13 Novembre 2015
TERRITORIO

Dopo la ‘fumata nera’ al tavolo delle trattative del latte e la consegna all’Antitrust del dossier sulla situazione di squilibrio contrattuale dei produttori lattiero-caseari in Italia, la mobilitazione degli allevatori novaresi per difendere il futuro del settore continua domattina a Novara, in occasione della consegna del premio ‘Novara che Lavora e Produce’, organizzato dalla Camera di Commercio, con la consegna dei diplomi e medaglie ai lavoratori e imprese della provincia di Novara.

I premiati con medaglia d’oro dell’edizione 2015 sono complessivamente 84, di cui 46 lavoratori che hanno prestato non meno di 30 anni di servizio alle dipendenze della stessa impresa o di più imprese operanti nella provincia di Novara (di cui almeno 20 presso la stessa azienda) e 36 imprese che hanno svolto non meno di 30 anni di ininterrotta attività (di cui almeno 20 nel Novarese).

Ai premiati, gli allevatori intendono offrire una bottiglia di latte 100% made in Piemonte, illustrando le ragioni della Mobilitazione: analogamente, gli allevatori intendono omaggiare tutte le autorità che parteciperanno alla manifestazione.
Contestualmente, chiederanno anche domani ai cittadini consumatori di aiutare Coldiretti “a salvare le nostre stalle, i nostri territori, il patrimonio di genuinità, sicurezza e trasparenza del vero made in Italy. Costringiamo insieme le multinazionali e le industrie del settore lattiero caseario a dichiarare l’origine  dei prodotti che mangiamo e a pagare il giusto prezzo agli allevatori!”

Come ricordano il presidente e il direttore della Coldiretti interprovinciale, Federico Boieri e Gian Carlo Ramella, “nella nostra regione sono a rischio ci sono 8000 posti di lavoro, 1900 aziende per 390 milioni di produzione lorda vendibile: nel Novarese e nel Vco, il patrimonio zootecnico conta decine di migliaia di capi.
Gli allevatori novaresi chiedono un adeguamento della remunerazione del proprio prodotto in esecuzione della legge 91 del luglio 2015 secondo la quale il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione, individuati da Ismea tra i 38 ed i 41 centesimi al litro. Ciò significa la necessità di incrementare di circa il 20 per cento i prezzi riconosciuti all’allevatore rispetto a quelli attualmente praticati”.

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