26 Novembre 2015
TERRITORIO

Un bosco di querce nella ‘Bassa’ appena fuori ai confini della città: un ‘polmone verde’ di due ettari e mezzo nella frazione di Olengo.

Luigi Caffi, 68 anni, imprenditore agricolo novarese, ne va orgogliosamente fiero: “Ho pensato a creare un bene diverso per il territorio. Uno spazio verde, da curare bene, duraturo, da lasciare, oltechè ai miei nipoti, alle nuove generazioni. Da sempre seguo con attenzione la Festa degli Alberi che, da sempre, entra nella didattica di molte scuole cittadine: quindi ho cercato e cerco di concretizzare un progetto imprenditoriale, economicamente sostenibile e rivolto a un interesse collettivo più generale.
Provo grande piacere nel vedere che, sotto l’ombra delle mie querce, in estate si ferma a socializzare chi, con la bicicletta, transita nella nostra bella pianura. Auspico che il verde delle mie piante, già in primavera, possa accompagnare le merende di chi scegliere di trascorrere il suo tempo libero in campagna e di consumare i prodotti acquistati direttamente nelle aziende agricole del circuito Campagna Amica che si incontrano prima e dopo il mio bosco. Imparare ad amare il bosco e a rispettarlo significa anche fare un passo avanti nell’educazione civica. Nel mio piccolo, ho realizzato un nuovo spaccato di modello di sviluppo diverso che si contrappone all’abbandono del territorio, al suo malgoverno e alla cementificazione selvaggia”.

Curiosa è però la scelta della quercia, pianta autoctona e di antichissima origine (le prime apparvero addirittura nel periodo Cenozoico), presente in Europa da tempi remoti – e particolarmente in Italia, dove nel corso dell'ultima era glaciale le popolazioni di Quercus sono state ‘confinate’ (insieme a Spagna e Balcani) per poi ricolonizzare il territorio del continente europeo.
Una nuova avventura per Luigi Caffi, da sempre risicoltore e produttore di cereali nelle campagne di Olengo: il bosco è curatissimo e le piante le riconosce quasi una per una.

“Mentre troppo spesso il territorio è sotto la minaccia di nuove cementificazioni, gli agricoltori danno il buon esempio e, spontaneamente, regalano alla città nuovi polmoni verdi” commenta la Coldiretti interprovinciale.
“Un esempio di tutela e salvaguardia del territorio e di suolo agricolo, perché anche la creazione di un nuovo bosco è ‘fare agricoltura’. Un ‘ritorno alle origini’ che si contrappone a un modello di sviluppo degenerativo, che troppo spesso comporta interventi invasivi e irreversibili sui territori. Il tema di un diverso stile di vita e di un diverso modello di sviluppo economico e sociale, di fatto, sta generando un continuo dibattito tra i cittadini.
E a questo proposito, parlando di corretta alimentazione, è interessante rilevare come il già ricordato circuito di Campagna Amica rappresenti sempre di più per il cittadino consumatore un alleato serio e affidabile, cui fare riferimento nelle proprie scelte familiari di approvvigionamento”.

Nel ribadire il proprio pensiero, già e per più volte espresso in passato, Coldiretti Novara Vco sottolinea come “negli ultimi decenni la riduzione degli spazi agricoli abbia ormai privato il territorio di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione: terreni fertili e di pianura, che hanno caratteristiche ottimali per le produzioni tipiche e dedicate e rappresentano un serbatoio di ambiente salubre a disposizione della collettività”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi