“Il piano per la lotta ai cinghiali nel Parco del Ticino è stato redatto senza il coinvolgimento di Coldiretti e, così come presentato, non è assolutamente accettabile, sia per i contenuti che per le strategie da esso previste”.
E’ duro il giudizio del direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella sul Piano di gestione e controllo demografico del cinghiale predisposto per il quinquennio 2016/2020, trasmesso dalla direzione del Parco all’organizzazione agricola.
“Premesso che, nonostante le assicurazioni verbali avute in estate di un nostro coinvolgimento nella fase di elaborazione, nessuno ci ha interpellato e nemmeno ci risultano essere state interpellate le imprese agricole più interessate, da una prima lettura rileviamo che nessuna attenzione è rivolta all’attività agricola” prosegue il direttore di Coldiretti, che ha peraltro ribadito tale concetto in una lettera inviata al commissario del Parco del Ticino Marco Mario Avanza.
“Le anticipiamo totale e netta contrarietà all’impostazione data al documento – scrive Coldiretti ad Avanza - anticipandole che, dopo un capillare coinvolgimento delle impese agricole e dei conduttori dei fondi posti nell’area parco, faremo avere al Parco stesso e alle altre sedi le osservazioni di merito”.
“Solo ’impegno e la conoscenza di chi “vive e lavora sul territorio” possono essere determinanti per affrontare con la giusta serietà un problema di dimensioni gravi come l’invasione di cinghiali e selvatici nel comprensorio del Parco del Ticino” commenta ancora il direttore Ramella.
“Và da se che l’attuale livello di sconforto raggiunto dagli agricoltori operanti nel Parco fa sì che qualsiasi tipo di efficace e concertata iniziativa non possa che esser vista di buon grado al fine di alleviare il problema resosi a livelli insostenibili per le imprese. Gli agricoltori più di chiunque altro possiedono la conoscenza dei luoghi e dei danni che i cinghiali arrecano e di conseguenza i movimenti di questi ultimi, inoltre più di chiunque altro ha a cuore la risoluzione del problema”.
Il problema della fauna selvatica ha raggiunto dimensioni preoccupanti sul territorio e, oltre all’area del Parco, interessa le vicine aree rurali e periurbane - denuncia la Coldiretti.
“Il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade genera una situazione di pericolo. I cinghiali, i particolare, distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali e, in province vicine alla nostra, hanno già aggredito persone.
Ma – lo ribadiamo ancora una volta – non si tratta più di un fatto di mero risarcimento, perché va messa in primo piano la sicurezza delle persone e della vita nelle campagne e nelle aree periferiche dei centri urbani. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate è a rischio la possibilità di poter proseguire l'attività agricola, ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati. Di fronte al moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali, ma anche nutrie, corvi ed altri animali selvatici gli agricoltori di Coldiretti Novara Vco chiedono attenzione e coinvolgimento, ma anche una riforma della disciplina – anche riguardo alle aree parco -. che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio”.
