“Non si può più aspettare. Con il lockdown, lo stop alla caccia e i piani di contenimento ancora fermi, la proliferazione dei cinghiali sarà enorme. Occorre fermare l’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti che causano vittime e che rischiano ora di essere pericolosi anche per i nostri allevamenti”. Lo afferma Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara-Vco, con la richiesta di riprendere l’attività venatoria, bloccata nelle cosiddette zone rosse.

“Nella provincia di Novara poi siamo ancora in attesa di notizie circa l’attuazione dei piani di controllo e di contenimento”, ribadisce Baudo. “Non abbiamo ancora ricevuto risposta alla lettera che abbiamo scritto la scorsa settimana alla Provincia per chiederne conto, ripetendo che dai nostri soci arrivano continue segnalazioni per la presenza di cinghiali, e abbiamo posto l’accento anche sulla possibilità che questi possano anche essere veicolo di malattie, dati anche i focolai di peste suina che si stanno verificando in Germania in questi giorni. Considerata la facilità di trasmissione di questa malattia, che può contagiare anche i cinghiali, il rischio che il contagio possa essere esteso agli allevamenti del territorio rappresenterebbe un gravissimo danno economico per le imprese delle nostre province, che stanno già fronteggiando l’emergenza Coronavirus, e per la pubblica amministrazione, con costi di decine di milioni di euro per procedere ai necessari interventi di prevenzione”.

“Con la caccia ferma, i piani di contenimento di nuovo al palo, diventa sempre più alto anche il rischio per la sicurezza dei cittadini: la notizia della morte dei due ragazzi delle nostre province in un incidente causato dall'attraversamento di cinghiali è già stata dimenticata? Con nuove chiusure, è altamente probabile che gli animali si spingano nuovamente sulle strade dei centri abitati”, conclude Baudo.