Dopo la grande mobilitazione Torino, le istanze della risicoltura italiana e novarese arrivano a Roma. Domani, martedì 15, la protesta dei produttori di riso di Coldiretti si sposta così nella capitale, dove i produttori di riso della Coldiretti incontreranno nella mattina di martedi prossimo 15 luglio il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina per affrontare il più grave momento di difficoltà per il settore dall’inizio della crisi. Lo ha annunciato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’ambito della mobilitazione per salvare il riso italiano dell’invasione di riso proveniente dall’Asia che ha già visto impegnati migliaia di agricoltori, mondine e loro famiglie nelle piazze delle principali città in tutte le regioni di produzione, dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto all’Emilia fino alla Sardegna.
E a Roma, dopo il successo della grande presenza nel capoluogo torinese, ci sarà una nutrita delegazione di risicoltori novaresi. Lo sfruttamento in Asia dove si coltiva riso senza adeguate tutele del lavoro e con l’utilizzo di prodotti chimici vietati da decenni nelle campagne italiane ed europee ha aperto le porte alle speculazioni in Europa dove il riso indica lavorato cambogiano arriva in Italia ad un prezzo riferito al grezzo inferiore ai 200 euro a tonnellata, pari a circa la metà di quanto costa produrlo in Italia nel rispetto delle norme sulla salute, sulla sicurezza alimentare e ambientale e dei diritti sociali dei lavoratori con rischi anche per i consumatori perché la produzione straniera viene “spacciata” come nazionale.
Come sottolineano il presidente e il direttore di Coldiretti Novara-Vco, Federico Boieri e Gian Carlo Ramella (anche loro domani a Roma) “la situazione è ora drammatica per le speculazioni sull’import dai Paesi asiatici che stanno schiacciando i produttori piegati da costi che hanno abbondantemente superato i ricavi per la varietà Indica. Le importazioni agevolate a dazio zero dalla Cambogia e Myanmar hanno fatto segnare un aumento del 754 per cento nei primi tre mesi del 2014 rispetto allo scorso anno. A rischio c’è anche la salute dei consumatori, come evidenzia il sistema di allerta rapido Europeo (RASFF) che ha effettuato quasi una notifica a settimana per riso e prodotti derivati di provenienza asiatica per la presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certificazioni sanitarie, nel primo semestre dell’anno. In Italia l’incremento delle importazioni a dazio zero ha comportato, nel tempo, la riduzione della coltivazione di riso varietà Indica, che nel 2014 evidenzia una riduzione di 15.446 ettari (-21,6 per cento)”.
Per il presidente della Coldiretti Moncalvo, il riso Made in Italy è una realtà da primato per qualità, tipicità e sostenibilità: essa va difesa l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto. È inoltre necessaria l’applicazione della clausola di salvaguarda nei confronti delle importazioni incontrollate da Paesi in cui, peraltro, le metodologie di lavoro e di coltivazione seguono regole molto diverse dalle nostre: una concorrenza sleale – dal punto di vista economico, ma anche etico - alla quale i produttori italiani vogliono dire basta.
E ancora, per Coldiretti si rende necessaria l’istituzione di un’unica borsa merci nazionale e una forte implementazione dell’attività di promozione dell’Ente Nazionale Risi; chiediamo infine i dati ufficiali sulla destinazione industriale del prodotto importato dall’estero.
