14 Giugno 2017
RISO

“La riforma del mercato interno del riso è un altro risultato importante ottenuto dopo la mobilitazione dei risicoltori di Coldiretti e costituisce un passo avanti importante nel percorso che punta a superare una crisi che ristagna da troppo tempo sul settore”.  Lo dicono Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco e Paolo Dellarole, che ha delega regionale al settore riso, nel commentare l’approvazione del dispositivo in prima lettura dal Consiglio dei Ministri, avvenuta nei giorni scorsi.
La riforma del mercato interno aggiorna finalmente una normativa che risale al 1958 con la salvaguardia e la valorizzazione delle varietà da risotto italiane.

COSA PREVEDE IL DECRETO
Il decreto contempla la riorganizzazione e semplificazione della normativa relativa alla commercializzazione del riso e il suo adeguamento anche alla normativa europea; la salvaguardia delle varietà di riso italiane; il miglioramento genetico di nuove qualità e la valorizzazione della produzione risicola attraverso l'istituzione di un registro nazionale delle denominazioni dei risi tenuto dall'Ente risi. In particolare il provvedimento mira a dotare la filiera risicola di strumenti giuridici basati su criteri oggettivi e trasparenti e determinati per poter "classificare", dal punto di vista della vendita, l'inestimabile patrimonio varietale italiano; la valorizzazione attraverso la denominazione "classico" in etichetta delle varietà di prodotto da risotto oggi più note e maggiormente utilizzate, che sono un patrimonio della filiera risicola italiana, come previsto dai principi e criteri direttivi per l'esercizio della delega; la tutela del consumatore con più trasparenza delle denominazioni sulle etichette; il rafforzamento dei controlli con il relativo nuovo apparato sanzionatorio.

SUPERARE UNO SCENARIO CHE PENALIZZA I RISICOLTORI
“I risicoltori stanno pagando a caro prezzo i riflessi di uno scenario che ha portato al crollo dei prezzi sotto i costi di produzione su varietà per il consumo interno come Arborio e Carnaroli per effetto degli squilibri di mercato legati all'importazioni a dazio zero” commenta Coldiretti.

VALORIZZARE L’ORIGINE IN ETICHETTA, COME CHIEDONO I CONSUMATORI
Allo stato dei fatti, purtroppo, è ancora possibile spacciare il riso straniero per italiano a causa della mancanza di un adeguato sistema di etichettatura, il cui iter è ora in itinere dopo la mobilitazione dei risicoltori di Coldiretti.
Secondo la consultazione on line promossa dal Ministero delle Politiche Agricole, ben l’81,5% degli italiani vuole conoscere in etichetta l’origine del riso che acquista ed occorre quindi accelerare la procedura avviata per l’introduzione in Italia dell’obbligo di indicazione della materia prima per il riso.

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