“La scoperta del ‘falso riso Arborio’ in Olanda rende ancor più urgente rendere obbligatoria l’etichettatura d’origine per i risi italiani e, in particolare, promuovere un marchio identificativo del ‘riso novarese’. Ciò avvalora inoltre il progetto di Coldiretti Novara Vco di scrivere la ‘Carta dei Risi e dei Risotti’ che, partendo dalla città capoluogo, può essere punto di riferimento per i tanti ristoranti che, in Italia nel mondo, cucinano uno dei piatti oggi più identitari del ‘made in Italy’ alimentare”.
Lo sottolinea il direttore di Coldiretti Novara Vco: “Come già scritto, abbiamo lanciato la proposta con una lettera al sindaco di Novara, ma anche altre autorevoli realtà e istituzioni cittadine si sono mostrate interessate all’iniziativa” rimarca il direttore della Coldiretti di Novara-Vco Gian Carlo Ramella.
A ‘smascherare’ il falso riso Arborio il servizio dell’emittente olandese Dahl tv e il giornalista Paul Stam: a confermare i dubbi sono state le analisi del laboratorio chimico merceologico della Camera di Commercio di Vercelli.
“Coldiretti Novara Vco – riprende Ramella - ha pensato di stilare e proporre una ‘Carta dei Risi’ per sensibilizzare il mondo della ristorazione – oltrechè l’opinione pubblica – all’utilizzo dei ‘risi locali’ per le preparazioni di cucina (in primis quelle dei risotti, ma non solo). Ci piacerebbe che la cosa partisse da Novara, con l’interessamento diretto del sindaco: la nostra proposta – e, permettetemi, è davvero un bell’assist – al sindaco Andrea Ballarè è di farsi promotore, a partire nello storico ristorante Coccia, della prima ‘Carta dei risi novaresi’ con le mappatura di tutte le varietà presenti sul territorio e il loro migliore e più adatto utilizzo in cucina, a seconda delle diverse preparazioni. Ed è un’idea che deve partire da Novara, prima che altri possano farla propria”.
Secondo il direttore Ramella “bisogna cogliere e saper cogliere il grande momento di attenzione che c’è nei confronti della cucina italiana nel mondo e, parallelamente, da parte del grande pubblico che, mai come oggi, segue e apprende molte nozioni di cucina dalla televisione. Un palcoscenico fra il concreto e il virtuale dove la ‘cultura italiana’ del ‘risotto 100% italiano’, ovvero fatto con il riso prodotto e trasformato direttamente dai produttori agricoli, può e deve trovare uno spazio sempre maggiore”.
La risicoltura “è, insieme, tradizione e identità socioeconomica del nostro territorio, ne è immagine e storia e che ha portato, nei secoli, a creare una conformazione unica della pianura novarese, come testimonia il reticolo di rogge e canali irrigui che ha anche la funzione di preservare la nostra pianura dai più gravi eventi alluvionali. Il riso è agricoltura e cultura, il riso è potenzialità di crescita per un’economia che non è solo rurale, ma anche turistica e dell’intera filiera agroalimentare. Il riso è identità italiana nel mondo e ce la metteremo tutta perché a Expo possa evidenziarsi questo principio importante”.
