23 Novembre 2020
Rischio di crescita dell’Italian Sounding: necessario tutelare maggiormente imprenditori e consumatori.

Sale in questo periodo il rischio di falsi Made in Italy sulle tavole straniere che hanno raggiunto l’astronomica cifra di 100 miliardi di euro sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti, per sottolineare l’importanza di continuare l’azione di contrasto anche nella legge di bilancio. Nel mondo, più di due prodotti agrolimentari “made in Italy” su tre sono falsi.

“Si tratta di prodotti che di italiano hanno solo il suono, l’Italian Sounding, ma non hanno alcun legame produttivo e occupazionale con il nostro Paese. Tra i prodotti compaiono anche le eccellenze del nostro territorio: dal Gorgonzola al vino, come ad esempio il Nebbiolo, fino al Barolo, di cui si possono addirittura trovare kit per l’auto produzione”, spiega Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara-Vco.

“Serve una efficace azione di contrasto a livello internazionale ma anche un maggiore impegno nei negoziati di libero scambio dell’Unione Europea per tutelare il Made in Italy. Non è possibile chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi e creati in maniera completamente diversa: rappresenta un inganno per i consumatori ed una concorrenza sleale nei confronti dei nostri imprenditori, impegnati profondamente nella salvaguardia del territorio e nella valorizzazione delle eccellenze locali. L’Italia e l’Unione Europea hanno il dovere di difendere i prodotti che sono l’espressione di una identità territoriale non riproducibile altrove, realizzati sulla base di specifici disciplinari di produzione e sotto un rigido sistema di controllo”.

Ricordiamo che, tra le iniziative realizzate per contrastare i fenomeni della contraffazione e delle frodi nel settore agroalimentare, Coldiretti ha fornito un contributo decisivo nella raccolta di più di un milione di firme tra i cittadini europei, raccolte anche nelle nostre province, per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti nell’àmbito della petizione europea “Eat original! Unmask your food”.

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