18 Luglio 2015
POPILLIA IAPONICA

“Dopo i cinghiali, la Popillia Iaponica. Davvero non c’è pace per l’agricoltura che opera nell’area del Parco del Ticino, alla quale vengono richiesti sacrifici e collaborazione, ma che troppo spesso non riceve altrettanta considerazione: non vorremmo che anche questa volta si ripetessero scenari già visti, ovvero di sostanziale impotenza nell’affrontare un fenomeno che può assumere dimensioni preoccupanti”.
Così il direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella sull’ultimo allarme che minaccia l’agricoltura del territorio, in particolare nell’areale del Parco del Ticino e del Lago Maggiore: si tratta della Popillia Iaponica, coleottero ‘alieno’ che, ‘atterrato’ sulle rive del Ticino, risulta particolarmente dannoso su un gran numero di piante coltivate e spontanee, per cui nella normativa fitosanitaria è inserito tra gli organismi di quarantena (Direttiva 2000/29/CEE e s.m.i.) di cui deve essere vietata l’introduzione e la diffusione nel territorio dell’Unione Europea.

E’ una specie estremamente polifaga: negli Stati Uniti è segnalata su circa 300 specie vegetali ed è considerata dannosa su oltre 100 piante, sia spontanee che coltivate, comprendenti alberi da frutto (pomacee, drupacee), vite, nocciolo, piccoli frutti, essenze forestali (tiglio, noce nero, acero, faggio, betulla, ontano), colture di pieno campo (mais, soia, erba medica), ortive (es. pomodoro, fagiolo, asparago, zucchino) e ornamentali (es. rosa, dalia).

“Gli agricoltori si pongono domande in ordine alle quali, giustamente, esigono le dovute risposte: da dove è arrivata? Come? A un anno dai primi monitoraggi e dall’accertata presenza, è stato fatto ad oggi tutto il possibile per fronteggiare il grave problema? Non vorremmo che la troppa “protezione” della zona  faccesse dimenticare che, prima di tutto, è l’imprenditore agricolo che vi lavora e dimora a dover essere innanzitutto protetto dai danni procurati da terzi”.

Intanto, “alle imprese florovaistiche, che già affrontano una situazione di crisi, vengono date misure fitosanitarie specifiche, in particolare per chi commercializza piante in vaso o con pane di terra. Come e chi ristornerà queste rigide prescrizioni?”

Domande che integrano l’azione di Coldiretti nei confronti delle istituzioni: “Coldiretti si è subito attivata sul tema: la prima riunione con la struttura pubblica di riferimento è stata richiesta a livello regionale e fatta il 5 giugno scorso. Parimenti, la prima riunione  ufficiale con le strutture pubbliche di riferimento Servizio Fitosanitario Regionale, Ente Gestione Aree protette del Ticinoe e Lago Maggiore e Provincia di Novara è stata richiesta da Coldiretti Novara. E a margine dell’incontro tenutosi il 3 luglio in Provincia di Novara si è registrato l’ulteriore, diretto interessamento dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero.
Non da ultimo, in occasione del secondo incontro sul tema, convocato dalla Provincia di Novara il 14 luglio scorso, appena pochi giorni fa, Coldiretti ha chiesto chiaramente di poter aver riscontro su situazione, riscontri e impegni, rinnovando poi la richiesta di un ulteriore incontro al Prefetto per affrontare l’argomento a tutto tondo”.

La diffusione della Popillia Iaponica riscontrata nel 2014 interessava la parte orientale dei comuni di Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago, Cameri e Galliate. Le catture più rilevanti sono state registrate nei comuni di Oleggio e Bellinzago. Campionamenti a fine inverno 2015 in un prato nel comune di Oleggio, con ai bordi piante arbustive con presenza consistente di adulti nell’estate del 2014, hanno evidenziato una presenza anche di 8-10 larve in buche di 20 x 30 cm di lato.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi