9 Agosto 2013
PIANO REGOLATORE DI OLEGGIO

“Dal bianco del latte al nero del catrame, per Oleggio, il passo potrebbe essere breve. Siamo preoccupati e diciamo no alla cementificazione di un bene non rigenerabile com’è, appunto, il terreno agricolo”. A parlare è Rita Fortina, presidente della sezione oleggese di Coldiretti, che commenta così la pubblicazione (visualizzabile sul sito web del Municipio) della bozza del nuovo piano regolatore comunale.
“Diversi gli interventi impattanti che sottrarranno ettari di terreno agricolo, anche per la realizzazione di nuove infrastrutture viarie di cui non si sente la necessità e che andranno ad interessare aree di aperta campagna, quasi incontaminate” prosegue la presidente, sottolineando come, invece “sia necessario valorizzare l’ambito agricolo e rurale, soprattutto per una municipalità che, prima in Italia, si è data con orgoglio il titolo di “Città del Latte””.
Di certo gli imprenditori agricoli non staranno a guardare. L’ufficio zona oleggese di Coldiretti è mobilitato per raccogliere le valutazioni, che stanno giungendo spontanee, dei molti imprenditori agricoli preoccupati al riguardo: “Serviranno per redigere le osservazioni al Prg che presenteremo al Comune entro i termini previsti dalla legge. Ma ciò che chiediamo è un dibattito pubblico e aperto con l’agricoltura e con i cittadini: la scelta di approvare il nuovo Prg non può essere solo politica, ma deve incontrare il consenso e il “polso” della cittadinanza e delle imprese agricole che sono la spina dorsale socio-economica della “Città del Latte””.

Il presidente interprovinciale di Coldiretti Paolo Rovellotti evidenzia come la scelta si ponga “in contrasto con ciò che noi vorremmo, ovvero uno stop alla sottrazione di terreno agricolo e una politica di recupero delle aree produttive dismesse”.

La continua cementificazione del suolo è, attualmente, il fenomeno che desta maggiori preoccupazioni, in quanto irreversibile e con un elevato impatto ambientale, così come ribadito anche dal rapporto “Costruire il Futuro” redatto lo scorso anno dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (era allora ministro l’onorevole Mario Catania).
Nel territorio dell’Ovest Ticino la sottrazione di suolo agricolo ha già privato il territorio provinciale di terreni considerati fra i migliori sia in termini di produttività che di localizzazione: terreni fertili e di pianura, che sono facilmente accessibili ed hanno caratteristiche ottimali per la lavorazione agricola.
Un fenomeno che minaccia, dunque, l’organizzazione del territorio, il paesaggio, gli ecosistemi e la produttività aziendale.

La crescente crescita del “made in Italy” agroalimentare, fatto di eccellenze produttive che reclamano il giusto spazio territoriale di coltivazione, rischia di essere minacciata o ridimensionata dalla difficoltà sempre maggiore nel reperire gli “spazi rurali di coltura” da parte delle imprese agricole.
Le recenti linee guida espresse dalla Commissione Europea (Guidelines on best practice to limit, mitigate or compensate soil sealing) per contrastare l’incessante fenomeno della cementificazione, richiamano tra i paramiti la prevenzione della conversione delle aree verdi (o agricole) in aree edificabili e l’incentivazione al riutilizzo delle aree edificate.
“Il Comune ci ascolti” conclude Fortina. “Nessuno di noi è contrario allo sviluppo, ma vorremmo che questo fosse inteso in concetto armonico e di condivisione con le priorità e le risorse del settore primario”.

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