31 Maggio 2013
NOVARA VCO, RAPPRESENTANZA A BRUXELLES

“La nuova Pac deve guardare ai territori e ad un’agricoltura reale. Fatta di imprese vere e di professionisti, che rivendicano un ruolo propositivo e propulsore di un sistema economico, quello europeo, chiamato a grandi sfide. Sfide che, però, partono dalle ruralità comprensoriali, dalle filiere, dai prodotti che – come il latte, il riso, il vino e le altre specificità locali di Novarese e Vco – sono alla base di più complessi sistemi agroalimentari”.
Così si esprime il direttore della Coldiretti interprovinciale, Gian Carlo Ramella, presente ieri (giovedì 30) a Bruxelles in occasione del primo summit europeo sulla riforma della Politica Agricola promosso da Coldiretti (More Europe, more Agricoltural Policy – Più Europa, più politica agricola) e moderato dal Segretario Nazionale Vincenzo Gesmundo con le conclusioni del Presidente Nazionale Sergio Marini.
“Un atto importante, che si inserisce in un percorso avviato con le maggiori organizzazioni agricole europee e teso a rafforzare  e rendere più efficace una PAC  che deve soddisfare sempre meglio i bisogni dei cittadini e degli agricoltori europei, come ha ribadito il nostro presidente nazionale”.
                                                                                 
All’evento nella capitale europea, non a caso, si sono registrati gli importanti e autorevoli interventi dei presidenti delle principali organizzazioni agricole europee, Xavier Beulin di Fnsea (Francia), Joachim Rukwied di Dbv (Germania), John Bryan di IFA (Irlanda) e Peter Kendall di NFU (Regno Unito) insieme al presidente del Consiglio agricoltura e pesca, Consiglio dell’Unione europea Simon Coveney e al presidente della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, Parlamento europeo Paolo De Castro.
Dal summit è emersa la necessità di una politica agricola che dia  maggiore garanzie nell’autoapprovvigionamento  alimentare, maggior sicurezza dei cibi, che dia risposte  alle emergenze sociali, che promuova il ruolo di chi vive di agricoltura,  di giovani  impegnati nella difesa dei territori, dell’ambiente, della biodiversità, della coesione sociale, che promuova la  cultura, la tradizioni e l’innovazione e che sappia, in una visione  comune, valorizzare la distintività dei territori europei.
“Dobbiamo sapere portare l’UE in Italia e l’Italia in Europa affinchè Bruxelles – ha precisato Marini - sia sempre più  il luogo delle  visione strategiche  e delle  scelte strutturali,  dove non si ceda più  agli  egoismi degli stati   o alla maniacale intromissione  su dettagli  che intaccano le culture dei popoli  e  che spesso alimentano un antieuropeismo che non dovrebbe appartenerci. Difendere il budget nella riforma della politica agricola in una Europa che ha bisogno di piu’ agricoltura, riequilibrare la ripartizione del bilancio considerando che al momento attuale l’Italia è il primo contribuente netto (in % del Pil) alle politiche comunitarie e adottare una  Politica Agricola Comune che consenta ai singoli Paesi di premiare chi lavora e vive di agricoltura, chi produce in modo sostenibile e chi produce cibo”.                          
                                                                                 
Alla luce della forte differenziazione delle normative in Europa e in applicazione del principio di sussidiarietà,  secondo la Coldiretti è necessario che la definizione di “agricoltore attivo” sia demandata allo Stato membro, affinché possano essere considerati tali gli imprenditori agricoli professionali, singoli od associati, sulla base della incidenza del tempo dedicato al lavoro agricolo sul tempo di lavoro complessivo e della incidenza del reddito agricolo sul reddito totale.

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