21 Luglio 2009
MOBILITAZIONE COLDIRETTI, SARANNO CENTINAIA GLI ALLEVATORI E GLI IMPRENDITORI AGRICOLI DI NOVARA E VCO AL PRESIDIO DI DOMANI AL VALICO DEL FREJUS

Da Novara e Vco al Frejus per denunciare la crisi del settore lattiero caseario e, più in generale, rivendicare l’etichettatura obbligatoria e lo “spazio scaffale” per i prodotti nazionali distribuiti al supermercato così come previsto dal progetto “Una Filiera Agricola tutta Italiana”.
Mancano meno di 24 ore all’inizio del presidio che domani, mercoledì 22 luglio, porterà centinaia di imprenditori agricoli delle due province di Novara e Vco a presidiare il valico alpino al confine con la Francia:
“Proprio dal Frejus transita gran parte di questo latte “senza carta d’identita’”, proveniente da mezza Europa senza indicazione di origine in etichetta” sottolineano il presidente ed il direttore di Coldiretti Novara Vco  Paolo Rovellotti e Francesco Renzoni. “Per questo abbiamo organizzato una mobilitazione che, in tre giorni, tocchera’ valichi e porti di tutta Italia e che avra’ come punto di riferimento nazionale un altro valico di grande importanza quale quello del Brennero, dove la stessa Coldiretti di Novara e Vco sarà presente nel pomeriggio di giovedì 23 ”.

Intanto, questa mattina sono partiti diversi pullman alla volta di Torino per il presidio davanti al Palazzo della Regione a margine dell’incontro che i vertici di Coldiretti Piemonte e Novara Vco avranno con la presidente Mercedes Bresso per la presentazione di un documento che andrà ad illustrare le difficoltà economiche e le necessarie soluzioni per tutelare le produzioni agricole piemontesi
Le ragioni della mobilitazione si legano, oltrechè alla richiesta di etichettatura obbligatoria e alla difesa della filiera agricola nazionale, anche e soprattutto alla “necessità di dare una risposta chiara alla gravissima crisi che stanno attraversando le imprese agricole italiane del settore lattiero caseario”.
Un comparto che, come sottolinea Rovellotti appare “sempre piu’ confuso ed indistinto sugli scaffali delle grandi catene della distribuzione organizzata.
Dal canto loro, i Servizi Sanitari non accettano ancora di rendere pubblici i nominativi di quelle industrie e cooperative italiane che importano latte liquido, cagliate, polveri di latte e caseine. Tutto questo impedisce al consumatore italiano di effettuare la propria scelta in libertà, una libertà che può essere assicurata solo da una corretta informazione sull-orrigine del latte e sui passaggi nella filiera”.
Le richieste di Coldiretti sono molto chiare: trasparenza e rintracciabilità del latte italiano rispetto a quello straniero sugli scaffali della grande distribuzione, pubblicazione dei dati Asl sulle importazioni del latte straniero attraverso un sito web pubblico, chiarimenti sulla normativa comunitaria, obbligo di prevedere l’indicazione in etichetta tutte le sostanze di lavorazione aggiunte (ad esempio caseina o latte in polvere) e ripristino di eguali obblighi per produttori italiani e stranieri rispetto alla disciplina relativa ai valori di furosina nei formaggi freschi a pasta filata, metodo che permette di verificare con facilità le materie prime utilizzate, distinguendo in base al valore il latte in polvere, la caseina, i caseinati, rispetto al latte fresco (disciplina dalla quale sono esclusi dall’anno 2000 i produttori stranieri) e, infine, obbligo di indicare in etichetta origine e natura degli ingredienti per i prodotti lattiero caseari.

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