Da Bruxelles al Brennero, “per difendere non solo il latte, ma l’intera agricoltura italiana ed ossolana, perché qui è il nostro futuro e perché la val d’Ossola può trovare nel settore primario un forte punto di sbocco e crescita economica e non solo”.
Silvio Pella e Francesca Ielmoli non hanno dubbi: la congiuntura si supera anche e soprattutto grazie a un’agricoltura ‘di territorio’ in cui i giovani possono portare un contributo importante.
Per questo, i due sono stati in prima linea, lunedì 7 settembre, in occasione della giornata che ha impegnato Coldiretti su due fronti: a Bruxelles, dove si teneva il vertice straordinario dei Ministri Europei dell'Agricoltura e al Brennero, dove ancora ieri è proseguito il presidio di Coldiretti al valico internazionale con l’Austria.
Francesca Ielmoli era a Bruxelles, insieme a Stefano Facchi, di Trecate: “Noi giovani di Coldiretti abbiamo voluto essere con il presidente nazionale Roberto Moncalvo in una giornata di importanti decisioni: purtroppo il clima di violenza ha impedito a noi e alle centinaia di giovani agricoltori della Coldiretti di manifestare pacificamente e di far conoscere ai cittadini europei le profonde contraddizioni della politica agricola comunitaria.
In ogni caso era importante esserci. L’Europa, come ha sottolineato il nostro presidente Moncalvo, non può rischiare di perdere un settore determinante per tornare a crescere in modo sostenibile”.
Francesca Ielmoli oggi è impegnata nella Cooperativa agricola ‘Valle Vigezzo’, che a Santa Maria Maggiore ha fondato la Latteria Vigezzina, dove trasforma in formaggio il latte della valle prodotto nelle stalle dei soci. La Latteria Vigezzina trasforma in vari tipi di formaggi il latte conferito dai soci per un quantitativo di circa 1000 quintali annui pari a una produzione di circa 2000 forme.
Una splendida realtà che Francesca ha avuto modo di rappresentare il 30 maggio scorso in occasione della prima giornata che Expo ha dedicato al territorio di Novara-Vco.
In quell’occasione c’era anche Silvio Pella, oggi alla guida dell’azienda agricola ‘Macugnaga’ e componente della giunta dell’Associazione Agrimercato. La sua impresa si trova in località Fornarelli a Macugnaga in provincia di Verbania a poco più di 1200 metri di quota ai piedi della splendida parete est del Monte Rosa. E’ un’azienda storica, che si origina nelle vecchie tradizioni Walser e che oggi alleva la pregiata razza Bruna Alpina.
Lui è stato impegnato, nella giornata di lunedì, al Brennero, insieme alla numerosa delegazione giunta in pullman dalle province di Novara e Vco. Con loro il presidente interprovinciale Federico Boieri, il direttore Gian Carlo Ramella e la delegata di Coldiretti Giovani Impresa Sara Baudo.
“La mia famiglia - dice Pella - produce latte da generazioni, e vedere le cagliate che entrano in Italia provenienti da ogni angolo d’Europa fa male, sapendo soprattutto che con esse si produrranno formaggi il cui nome è, spesso, simbolo di italianità. E non si tratta solo del latte: il flusso ininterrotto di prodotti agricoli che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere serve a riempiere barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy. Gli inganni del finto made in Italy sugli scaffali riguardano due prosciutti su tre venduti come italiani, ma provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle che sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere”.
