4 Dicembre 2013
MOBILITAZIONE

C’è anche il riso tra i prodotti stranieri che, entrando dall’estero, penalizzano l’autentico made in Italy, “travestendosi” come produzione nazionale. Lo sanno bene i molti imprenditori di Coldiretti Novara-Vco saliti oggi al Brennero per la mobilitazione contro il falso agroalimentare italiano.
Pullman da tutto il territorio sono giunti al valico con l’Austria, sull’autostrada A22, di buon mattino: contemporaneamente, una delegazione guidata dall’alta dirigenza novarese di Coldiretti, con il vicepresidente Federico Boieri e il direttore Gian Carlo Ramella, ha preso parte al corteo nel cuore della “food valley italiana”, Reggio Emilia. Importante anche la rappresentanza dei sindaci del territorio, con numerosi primi cittadini della nostra provincia presenti nella città emiliana e rappresentanti dei comuni di Granozzo, Barengo, Briona, Marano Ticino, ecc.
A guidare il presidio al Brennero c’era il presidente nazionale Roberto Moncalvo. Dai camion fermati e ispezionati è emerso di tutto: dalle mozzarelle provenienti dalla Germania e destinate alla Sicilia, al latte proveniente dalla Polonia e destinato a Brescia, alle cagliate industriali per fare il formaggio provenienti dal Belgio e destinate a Verona, ai prosciutti provenienti dalla Germania e destinati a Modena.

Tra i tanti prodotti trasportati dai Tir che entravano nel nostro Paese, i carabinieri dei Nas hanno prelevato dei campioni di prosciutti non timbrati sui quali fare delle analisi. 
L'inventario del "falso Made in Italy" stilato al presidio  dalla Coldiretti per difendere l'economia e il lavoro dalle importazioni di bassa qualità che dopo aver oltrepassato le nostre frontiere vengono spacciate per italiane, conta anche piante olandesi dirette a Latina, fiori prodotti in Ecuador, transitati in Olanda e diretti in Veneto e in Toscana, patate tedesche destinate a un mercato ortofrutticolo della Sicilia. È impressionante la quantità di latte proveniente da Germania e Polonia e destinato a un'azienda di trasformazione bresciana: oltre 100.000 kg in poche ore. Un vero e proprio "furto" ai danni della provincia che rappresenta la “capitale” italiana della produzione di latte.

Con la crisi sono state chiuse in Italia 140mila (136.351) stalle ed aziende anche a causa della concorrenza sleale dei prodotti di minor qualità importati dall’estero che vengono spacciati come made in Italy. Il dato emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Unioncamere relativi ai primi nove mesi del 2013 rispetto all’inizio della crisi nel 2007, ed il fenomeno tocca anche le province di Novara e Vco.
Dall’inizio della congiuntura ad oggi le importazioni di prodotti agroalimentari dall’estero sono aumentate in valore del 22%, secondo un’analisi di Coldiretti relativa ai dati del commercio estero nei primi otto mesi del 2013. Gli arrivi di carne di maiale sono cresciuti del 16%, mentre le importazioni di cereali, pronti a diventare pasta e riso spacciati per italiani, hanno fatto registrare addirittura un vero boom (+45%), con un +24% per il grano e un +49% per il riso, con ripercussioni pesanti per il mercato locale del risone. Aumenta anche l’import di latte, +26%, anch’esso destinato a diventare magicamente made in Italy. Netta pure la crescita delle importazioni di frutta e verdura, +33%, con un vero e proprio boom per il pomodoro fresco (+59%), ma cresce anche quello concentrato (+32%). Aumentano anche gli arrivi di succo di frutta dall’estero (+16%).

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