26 Settembre 2013
LEGGE REGIONALE PER LA DISCIPLINA DELL’ATTIVITA’ VENATORIA

Il contrasto al problema della fauna selvatica che affligge il territorio delle nostre due province “non può prescindere da una legge regionale ben concepita che disciplini l’attività venatoria, tuteli il territorio e l’agricoltura, garantisca una miglior vivibilità di quanti operano soprattutto nelle aree dove la presenza di selvatici sta generando grossissimi problemi, sia in termini di danni ambientali che di sicurezza delle persone”.
Lo evidenziano il vicepresidente e il direttore di Coldiretti Novara Vco, Antonio Ferrari (che ha delega per il problema della fauna selvatica) e Gian Carlo Ramella nel sottolineare come questa sia “una delle più evidenti criticità generate dall’assenza del piano faunistico regionale”.

Da tempo la Commissione Regionale Agricoltura sta discutendo i vari disegni di legge, di cui uno della Giunta Regionale, senza approdare ad alcuna decisione.
                                                                                          
Coldiretti Novara condivide quanto rimarcato da Coldiretti Piemonte ricorda che non si sta approvando una legge per la caccia ed i cacciatori, ma un provvedimento che innanzi tutto deve tutelare il territorio e l’agricoltura. Su questo si esercita la caccia, la cui attività va disciplinata in modo tale da contenere i danni e diminuire la pressione della selvaggina, cinghiali e caprioli in particolar modo in alcune aree del Piemonte, nonché garantire la sicurezza dei cittadini evitando i troppi incidenti stradali.

Di qui, la lettera a firma di Roberto Moncalvo e Bruno Rivarossa, presidente e direttore di Coldiretti Piemonte, inviata ieri ai 14 Capi Gruppo del Consiglio Regionale al quale, in assenza di una proposta di legge approvata dalla Commissione, è stata demandata la discussione della nuova legge.
“La nostra desidera essere una proposta costruttiva per una equilibrata gestione del territorio” dicono i vertici regionali e territoriali dell’organizzazione agricola. “Tra le varie proposte, a nostra conoscenza, ci pare di notare uno sbilanciamento a favore di tesi di parte, a volte in direzione del mondo venatorio e altre nella direzione di un rigido ambientalismo”.
La proposta espressa da Coldiretti cerca di inserire la caccia in un contesto di gestione equilibrata del territorio, soprattutto in riferimento alle specie selvatiche in esubero: un problema che tocca da vicino il territorio delle due province, alle prese – come detto - con l’invasione di caprioli e, soprattutto, cinghiali: questi ultimi, in particolare, continuano a proliferare esponenzialmente, giovando peraltro dall’assenza di fatto di un loro “antagonista naturale” sul territorio.
Specie che, com’è noto, danni all’agricoltura, continuano a provocare incidenti stradali: “Si tratta di un problema che ha ripercussioni diverse e gravi sulla vita economica e sociale del territorio – conclude Ramella -  nonché per la sicurezza dei cittadini stessi”

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