La Latteria Antigoriana di Crodo, associata a Ue.Coop con i suoi cinquant’anni di vita, è “testimone di un’Ossola che vive il suo presente fra tradizione e innovazione, continuando a produrre eccellenze ma sviluppando, allo stesso tempo, marketing e ricerca di nuovi prodotti”.
Un ‘compleanno’ festeggiato lo scorso fine settimana, sabato e domenica, al Foro Boario di Crodo. Oltre alla qualità del prodotto, anche i numeri parlano chiaro: come raccontano il presidente e il direttore della Latteria, Marco Giannoni e Giovanni Tacchini essa, infatti, “lavorava un milione e mezzo di litri all’anno nel 1985, oggi si è passati addirittura a ben cinque milioni e duecentomila litri, con due caseifici, a Oira e presso la sede di Crodo. Partecipazione dei soci è stata calorosa numerosa”.

“Oggi la Latteria Sociale produce ventidue tipologie di formaggio, tra cui il Nostrano di Crodo, ma anche l’Ossolano, che negli ultimi tempi ha affrontato con successo il lungo cammino verso il riconoscimento della Dop” sottolinea il presidente della Coldiretti interprovinciale di Novara Vco Federico Boieri: “Non va dimenticato il ruolo dei nostri allevatori ossolani, che ogni giorno lavorano per produrre il latte di qualità che originano questi grandi esempi di arte casearia. Che sono, peraltro, un naturale strumento di promozione territoriale al di fuori della provincia azzurra, dato che ormai il loro blasone li porta ad essere richiesti e consumati, in maggioranza, fuori dai confini del Vco”.

I cinquant’anni della Latteria Antigoriana di Crodo sono concomitanti con il secolo di vita della fiera zootecnica, che si svolge sempre a Crodo dal 1915, anch’essa celebrata sabato e domenica scorsi nell’ambito di “Crodo d’Autunno”: gli eventi in cartellone hanno contemplato anche la ‘Cena dell’Allevatore’, dove i formaggi sono stati ‘interpretati’ dagli chef del Collegio Rosmini di Domodossola.
“La Latteria Sociale Antigoriana è un vero fiore all’occhiello per Crodo e il suo territorio – commenta il sindaco Ermanno Savoia – e io suoi successi rafforzano l’immagine del nostro territorio, che nella tradizione lattiero casearia trova un’importante fonte di identità e cultura”.

Un’eccellenza di produzione tanto più autentica e importante – sottolinea Boieri - “in un ambito, come quello zootecnico, che trova in Ossola formaggi fortemente identitari, siano essi bovini o caprini. Una zootecnia che va sostenuta, come chiedono a gran voce gli allevatori: Coldiretti, anche domenica scorsa, ha ribadito l’importanza di mantenere fermo il ‘no’ dell’Italia alla richiesta europea di dare ‘via libera’ ai formaggi fatti con la polvere di latte. Uno scenario da incubo che avrebbe potuto mettere a rischio gran parte delle produzioni ossolane, nonché la sopravvivenza stessa delle imprese e della zootecnia alpina. Non va dimenticato che oggi, le imprese zootecniche, svolgono in montagna un’attenta azione di presidio e tutela del territorio: i giovani sono determinati a proseguire l’attività di famiglia o, addirittura, di intraprenderla quali nuovi allevatori. Ma vanno incoraggiati, sostenuti e vanno date loro le giuste garanzie di futuro”.

L’affermazione dell’agricoltura ossolana passa anche e soprattutto attraverso la conoscenza e la promozione dei prodotti tipici e del territorio: “Tema su cui necessarie ampie e strategiche riflessioni per proiettare il territori verso nuovi traguardi sul profilo socioeconomico, oltrechè turistico e occupazionale.  Occorre riconoscere e sostenere la forte identità dell’agroalimentare, creando reti e sinergie in modo che la crescita sia costante e condivisa”.
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LA LATTERIA SOCIALE ANTIGORIANA IN CIFRE
Latte conferito: 5 milioni di litri (vacca) + 200 mila litri (capra)
Produttori associati: 26 (di bovini) + 3 (di caprini)
Capi di bestiame allevati dai soci: 500 circa
Tipologie di formaggio prodotte:  22
Numero di forme prodotte annualmente: circa 60 mila
Incremento di mercato: + 3% nell’ultimo triennio
Maggiori aree di consumo: Province di Verbania, Novara, Vercelli, Varese e Milano, Como, Lecco