19 Settembre 2013
I FORMAGGI DEL TERRITORIO A “CHEESE”

Dall’Ossola e Alto Verbano arriveranno il Bettelmatt, le tome d’alpeggio, il burro, i formaggi di capra e a latte misto; tome e formaggi tipici anche dal Mottarone, Cusio e Vergante, mentre dal Novarese non mancheranno i formaggi Dop come Gorgonzola e Taleggio. Tutto nel lungo fine settimana di “Cheese”, la manifestazione promossa da SlowFood e volta a scoprire tutte “le forme del latte” che si svolgerà dal 20 al 23 settembre a Bra, in provincia di Cuneo.
                                             
“Il territorio sarà protagonista grazie anche agli allevatori che trasformano il proprio latte nei pregiati formaggi che ci distinguono” dice Massimo Bernardini, allevatore e vicepresidente ossolano della Coldiretti interprovinciale.       
Molti dei rinomati formaggi prodotti fra le alture dei laghi d’Orta e Maggiore e le cime ossolane di confine con la Svizzera si devono proprio all’attività dell’alpeggio: uno fra i più noti è proprio il Bettelmatt, che si produce negli alpeggi dell’alta Valle Formazza a pochi chilometri dalla Confederazione Elvetica sulla via del Passo San Giacomo.
La salita all’alpeggio storicamente passava attraverso varie fasi che si identificano con pascoli e strutture poste a diversa altezza sulla stessa montagna. L’alpeggio ricomprende nelle nostre province sia le mandrie bovine che le greggi ovicaprine e interessa sul territorio un’ampia fascia che parte dall’Alpe Mottarone e, attraverso le cime di Valle Strona, Val Grande e Ossola, giunge sino ai confini con la Svizzera.
“La monticazione quest’anno è iniziata con ritardo – sottolinea Bernardini – ma il bel tempo di luglio e agosto ha consentito di recuperare i tempi e di produrre ottimi formaggi che, con un’adeguata stagionatura, potranno esprimersi al meglio. Storicamente, proprio il mantenimento delle vie che portano agli alpeggi ossolani ha avuto grande importanza storica, sia per i collegamenti con la Svizzera e il Centro Europa (che avvenivano proprio grazie alle vie che collegano la valle Formazza con i passi del Gries e del San Giacomo, terra di Bettelmatt e Grasso d’Alpe), sia per l’economia domestica delle imprese a conduzione familiare, la cui vita era regolata dai ritmi e dalle esigenze dell’attività d’alpeggio.Sulle Alpi, infatti, la produzione di latte e di formaggio ha sempre avuto un ruolo di primo piano sotto l’aspetto socio-economico: anticamente, addirittura, era d’uso dedicare addirittura una forma di formaggio ad ogni nuovo nato”.

Formaggi di forte carattere identitario per i territori delle nostre province, che evidenziano la strategicità del comparto lattiero caseario: “Una filiera importantissima – aggiunge Massimiliano Graziani, referente Campagna Amica – che si trova però a dover fare i conti con la difficile situazione dettata dal prezzo del latte: Coldiretti non ha inteso sottoscrivere l’accordo che nella vicina Lombardia (prezzo di storico riferimento per il Novarese e Vco, ndr) paga il latte agli allevatori di altre organizzazioni ad appena 42 centesimi al litro, secondo l’ultimo accordo siglato con alcune organizzazioni di settore per il semestre agosto 2013-gennaio 2014. Un prezzo che rischia di strozzare le imprese, mentre il prezzo del latte “spot” (fuori contratto, ndr) ha raggiunto sulla piazza di Verona (punto di riferimento nazionale insieme a Lodi) la quotazione record di 51,55 centesimi al litro, in aumento del 25 % rispetto allo scorso anno.
È chiaro che i margini per una giusta remunerazione degli allevatori ci sarebbero tutti: e ciò è necessario, per dare respiro alla produzione e futuro ad una produzione lattiero casearia che è alla base di un patrimonio da difendere e tramandare alle nuove generazioni, siano esse di allevatori quanto di consumatori”.

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