7 Giugno 2013
I CINGHIALI STANNO DEVASTANDO IL MAIS RISEMINATO E I PRATI A FIENO NEL MEDIO-ALTO NOVARESE

Le condizioni metereologiche particolari e i ritardi nell’attuare il piano di abbattimento della popolazione di cinghiali stanno creando una situazione veramente pesante e non più sopportabile di danni ai seminativi e alle coltivazioni in generale”.
A sottolinearlo è la Coldiretti di Novara-Vco, che rimarca come “la situazione si sia fatta particolarmente delicata, soprattutto negli ultimi giorni in zona pre-collinare e collinare” e con una recrudescenza particolare nel medio-alto Novarese, dove le colture riseminate dopo il maltempo sono bersaglio di continui attacchi, che nemmeno risparmiano i prati destinati alla fienagione.
“Le telefonate, anche esasperate, di imprese che denunciano i danni e chiedono un nostro intervento sono continue” continua l’organizzazione agricola. Che puntualizza come “alle continue azioni e sollecitazioni intraprese da Coldiretti non abbia fatto seguito un impegno altrettanto efficace da parte degli enti preposti al controllo, e men che meno vi siano novità in merito al pagamento dei danni subiti, che molte imprese attendono ormai da diversi anni”.
Numerosi imprenditori agricoli si stanno attrezzando per l’utilizzo delle gabbie per la cattura dei selvatici, con apposite richieste “che Coldiretti si premurrà di sostenere nei confronti degli enti preposti: ovviamente alle imprese agricole non andranno imputati i costi delle stesse, come invece sta avvenendo: così è una beffa in aggiunta al danno”.

Peraltro, come denuncia la Coldiretti interprovinciale, “occorre vigilare sull’integrità delle poche attualmente in funzione: sono infatti stati segnalati atti di sabotaggio delle stesse. Alcune sono state aperte per fare uscire il selvatico catturato, in altre circostanze sono stati manomessi gli sportelli e - ancor peggio - sono state imbrattate di candeggina e  altri prodotti odoranti per far desistere gli animali dall’entrarvi”.
Come conferma la Coldiretti, inoltre, “è necessario insistere con le azioni di confronto e sensibilizzazione nei confronti di Provincia, Atc (Ambiti Territoriali Caccia), Enti Parco, Regione e Comuni, in modo che il problema possa essere risolto e considerato al di là delle semplici denunce di danno subìto. Vogliamo prevenzione e sono necessarie sensibilità e serietà: perciò abbiamo chiesto di nuovo la convocazione di un tavolo verde d’urgenza con tutti gli attori dai presidenti degli Atc., associazioni venatorie, ecc”.

La situazione resta delicatissima, soprattutto al termine delle lunghe piogge che hanno rovinato le semine e rallentato di oltre un mese le operazioni colturali di ogni comparto: il problema dei danni provocati dalla fauna selvatica è fuori controllo nell’intero comprensorio e, oltre ai campi di mais, interessa i prati a fieno e il frumento. E il problema assume i contorni della beffa per le aziende a duplice indirizzo cerealicolo e zootecnico che utilizzano il mais per l’alimentazione dei propri animali: alla perdita del raccolto si aggiunge infatti la necessità di acquistare esternamente (e a più caro prezzo) il mais o i mangimi per rifornire le stalle.
“La politica del solo ristorno dei danni non risolve la questione, come invece chiedono i produttori agricoli, che rivendicano – e a ben ragione – il loro diritto a “raccogliere il frutto del proprio lavoro. L’azione risarcitoria, per legge, spetta all’ente pubblico. Oltre a raccogliere le segnalazioni dei propri associati e mettere in atto un sistema diretto di vigilanza sulle gabbie che verranno installate, Coldiretti continuerà a sollecitare le istituzioni a trovare una soluzione efficace, per addivenire anche ad un protocollo d’intesa ove si fisseranno ruoli, regole e tempi certi per arginare – o, ancor meglio, eradicare - il problema”.

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