Anche nelle province del Verbano Cusio Ossola e di Novara, la legge dice ‘Stop’ ai giardinieri per caso. Nel collegato agricolo appena approvato dal Senato – spiega la Coldiretti interprovinciale – “è contenuta anche la norma che regola l’attività di manutenzione del verde attraverso l’iscrizione obbligatoria al Registro dei produttori florovivaistici”.
“Si tratta – puntualizzano il presidente e il direttore di Coldiretti Novara Vco Federico Boieri e Maria Lucia Benedetti – di una svolta attesa e auspicata per la tenuta di parchi e giardini ottenuta grazie anche all’impegno profuso in questi anni dalla nostra organizzazione con l’appoggio di tutti i vivaisti. Adesso chi vorrà offrire questi servizi dovrà garantire qualità e competenza”.
I vivaisti professionali sono già iscritti al registro, mentre per gli altri ogni Regione dovrà prevedere un percorso di formazione specifico per poi essere inseriti nell’elenco degli abilitati.
“Ricadute importanti per il territorio del Vco, dove la tradizione della cura del verde pubblico è secolare e radicata, e rappresenta per le imprese una significativa voce di reddito: in provincia di Verbania si contano, in base ai dati della Camera di Commercio rilevati a fine 2015, 438 imprese florovivaistiche, con una superficie utilizzata in pieno campo di 148 ettari e 67 strutture coperte. Le unità lavorative sono circa 700” sottolinea Gianluca Medina, imprenditore florovivaistico e membro di giunta Coldiretti. “Finalmente la legge dice stop all’improvvisazione, alla concorrenza sleale e valorizza il ruolo dei professionisti veri e certificati, le uniche figure in grado di offrire garanzie certe ai fruitori destinatari. A questo punto occorre che mirati controlli vadano a scoraggiare gli abusivi”.
Le imprese florovivaistiche delle due province si caratterizzano per un’elevata specializzazione colturale, vocata alle acidofile e legata alle condizioni pedo-climatiche che ne hanno caratterizzato il successo nei decenni passati.
“La floricoltura è un aspetto primario dell’economia agricola – e non solo – del Verbano Cusio Ossola: strategica per l’area del Lago Maggiore, dai confini ticinesi all’alta provincia di Novara, la produzione di fiori - e, in particolare, acidofile - rientra tra le scommesse del territorio in un’ottica di ripresa del mercato interno e internazionale”.
Coldiretti rimarca la necessità di proseguire strategie mirate e condivise: l’amministrazione pubblica può fare molto, sia per avvalorare le istanze di un settore comunque alle prese con una difficile congiuntura, sia per legare il brand territoriale a quello dei suoi fiori-bandiera.
Il settore florovivaistico uno dei comparti di punta dell’economia agricola del nostro paese, con un fatturato di oltre 3 miliardi di euro e centinaia di migliaia di occupati.
Sul Lago Maggiore, del resto, la tradizione florovivaistica è più che centenaria: le condizioni climatiche e una terra acida e ricca di humus hanno reso la riviera del Verbano terra ideale per la coltivazione di camelie, azalee, rododendri – piante acidofile – così come di aceri, rose e molte altre piante. Le molte imprese che vi operano sono alla base di un tessuto economico e rurale che si è sviluppato fino ai giorni nostri e che è oggi riconosciuto sui mercati internazionali per l’altissima qualità delle sue produzioni, stimate da collezionisti e buyers di tutto il mondo.
“Oltre a ciò, il florovivaismo alimenta un fortissimo indotto, con lo sviluppo di fattori di produzione, macchine, strutture, distribuzione, logistica, marketing, progettazione, assistenza tecnica, manutenzione ed altro”.
