22 Settembre 2016
FLOROVIVAISMO

E’ in scadenza il Piano Nazionale del Settore Florovivaistico 2014/2016: un piano “fondamentalmente deludente non tanto per i contenuti, quanto per la carenza di risorse stanziate per il settore e la mancanza di realizzazione di molti degli obiettivi prefissati” come evidenzia Gianluca Medina, floricoltore e membro di giunta di Coldiretti Novara Vco.

Il Piano di settore  è un importante documento di riferimento per i decisori nazionali e regionali, ma rischia di rimanere il libro dei sogni, se non vengono messi in atto, con azioni concrete, i punti e le azioni previste, garantendo anche una adeguata dotazione finanziaria.
“Il nuovo piano di settore per il periodo 2017-2019, oltre a riprendere i punti ancora attuali e non realizzati del precedente, dovrà necessariamente prevedere un ordine di priorità, un cronoprogramma delle azioni e l’individuazione di “chi fa che cosa”, per responsabilizzare i diversi soggetti. Il settore florovivastico è tra quelli che più hanno sofferto la crisi economica, producendo beni non indispensabili per l’alimentazione, a maggior rischio taglio dei consumi da parte delle famiglie e delle amministrazioni che hanno fortemente ridotto la spesa nel verde pubblico. E’ quindi necessario rilanciare questo settore capace, anche in un anno di crisi come il 2015, di portare un saldo attivo tra export ed import superiore ai 180 milioni di euro”.

Grazie alla produzione di acidofile (azalee, rododendri, camelie, pieris), nonché alle coltivazioni di piante in vaso e sotto serra la floricoltura dell’Alto Novarese e Vco rappresenta un segmento sempre più importante e strategico per l’agricoltura delle nostre province: apprezzata, per di più, anche fuori dai confini nazionali, grazie alla posizione baricentrica che ha l’area interessata, a stretto contatto con i Paesi centreuropei.
Va registrato anche l’importante collaborazione con Airc (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) per valorizzare le nostre azalee 100% italiane nella tradizionale campagna dell’8 maggio, festa della mamma, come sottolinea Medina: “Si tratta di un ulteriore passo in avanti nell’importante collaborazione avviata con le pregevoli e partecipate campagne sociali attuate dall’AIRC, alle quali siamo orgogliosi di dare il nostro contributo: i prodotti della Filiera Agricola Italiana (FAI), tra cui anche i nostri fiori, garantiscono l’origine nazionale del prodotto, ma anche il rispetto dell’ambiente e soprattutto una più equa distribuzione del valore lungo la filiera”.

La commercializzazione delle produzioni è sempre stata rivolta al mercato nazionale ed europeo: la crisi economica sta colpendo queste aziende in modo incisivo negli ultimissimi anni ed alcune stanno già chiudendo l’attività.
“Il florovivaismo delle nostre due province – commenta il direttore Maria Lucia Benedetti - necessita di ricerca finalizzata all’innovazione del prodotto e di progetto. Obiettivo imprescindibile e importante è la valorizzazione del prodotto, senz’altro punto di raccordo strategico nel binomio turismo/territorio ed elemento di connessione tra l’agricoltura, il tessuto agroalimentare e il turismo stesso. Ancor più per il comparto florovivaistico dell’Alto Novarese e Vco è importante partecipare a fiere tematiche nazionali ed estere, nonché a incontri promozionali condivisi anche con altre realtà ed enti istituzionali. La situazione non è positiva: le imprese florovivaistiche di progettazione e manutenzione del verde, a causa della congiuntura hanno visto calare sia i lavori di costituzione di nuovi giardini che la manutenzione del verde privato. Gli interventi si sono ridotti alla manutenzione essenziale e, a volte, nemmeno quella”.

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