19 Ottobre 2016
FISCALITA’

Come annunciato, l’azzeramento dell’Irpef agricola compare nella Legge di Stabilità 2017: un impatto positivo e importante per migliaia di imprese agricole nelle due province di Novara e Vco, oltre alle 40 mila di tutto il Piemonte.

“La cancellazione dell’Irpef agricola riconosce finalmente la specificità dell’attività agricola ed è un provvedimento molto importante, che ha effetti diretti sul territorio” commenta il presidente della Coldiretti interprovinciale Federico Boieri.
“Ma, al di là del risvolto economico, è importante rilevare come la politica abbia finalmente messo il settore primario al centro delle politiche di sviluppo, riconoscendone le potenzialità e il ruolo di produttore di economia reale: ancor più, si riconosce che l’agricoltura è un bene comune perché nel fare impresa produce effetti positivi a beneficio dell’intera collettività.
Un beneficio che si traduce nell’azione di presidio del territorio da parte delle imprese agricole, nella multifunzionalità, nel ruolo sociale delle stesse: proviamo anche solo a pensare quale sarebbe il ‘costo collettivo’ che deriverebbe dall’abbandono dei terreni agricoli, sia in pianura che in montagna? In sintesi, si tratta di un provvedimento che  restituisce dignità al lavoro nei campi, riconosce il ruolo esteso dell’agricoltore nella società e sostiene la competitività delle imprese agricole italiane.”

In pratica, i redditi dominicali e agricoli non concorreranno cioè alla base imponibile Irpef di coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Un provvedimento che interessa circa quattrocentomila aziende agricole in tutta Italia consente di recuperare risorse per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione nell’agroalimentare.

“Coldiretti ha sollecitato fortemente questo provvedimento – spiega il direttore Maria Lucia Benedetti - che consentirà alle nostre imprese agricole di recuperare importanti risorse per gli investimenti finalizzati all’innovazione e alla crescita dell’occupazione in un settore particolarmente dinamico come l'agroalimentare made in Italy”.

Si guarda anche ai giovani che intendono scommettere sul futuro d’impresa con l’avvio di una nuova attività: gli agricoltori under 40 che aprono un’impresa, la Finanziaria dispone poi l'esonero dei contributi previdenziali al 100% per i primi tre anni e poi del 66% e 50% per il quarto e quinto anno.  Un sostegno concreto alle circa 20mila start up agricole promosse dai giovani che nasceranno da qui al 2020 con l’adozione dei piani di sviluppo rurale dell’Ue.

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