7 Settembre 2013
FAUNA SELVATICA PRESIDIO DI COLDIRETTI

Un presidio davanti alla sede della Provincia di Novara, lunedì mattina (ore 9), per difendere il territorio e dire “basta” alla troppa indifferenza del mondo politico nei confronti di un problema che nel Novarese ha assunto gravissime proporzioni: “Parliamo  - dice il direttore di Coldiretti Gian Carlo Ramella - delle ripetute invasioni di cinghiali, caprioli ed animali selvatici che, oltre a devastare i raccolti, rappresentano un rischio per gli automobilisti che percorrono le strade delle nostre province. Per questo gli imprenditori agricoli, affiancati dai cittadini sempre più preoccupati per l’aggravarsi della problematica, hanno deciso di far sentire la loro voce, una volta per tutte”.
La scelta della data non è casuale: proprio lunedì 9 settembre, infatti si svolgerà l’ennesima riunione in Provincia sul tema della fauna selvatica.
“Tante riunioni, ancor più tante parole, ma di risultati concreti non se ne sono visti: onestamente, è dura continuare a sperare in un cambio di rotta e in una soluzione risolutiva da parte di chi governa il territorio: ora il mondo agricolo chiede che all’annunciata volontà di risolvere il problema, seguano fatti tangibili”.

Il problema si trascina da anni, “e risulta incredibile – come sottolinea il presidente di Coldiretti Novara Vco Paolo Rovellottidover realizzare che i cittadini e gli imprenditori siano nel 2013 ostaggio di specie animali nocive e non autoctone, neanche fossimo nella savana. Lo ribadisco: questa politica non ci piace e così non la vogliamo: Coldiretti Novara Vco entra in mobilitazione e chiede ai sindaci un atto di coraggio, ovvero di usare gli strumenti in loro potere per ordinare – quando possibile e quando le contingenze lo richiedano – l’abbattimento degli animali selvatici pericolosi”.
Il riferimento di Rovellotti è al dispositivo regionale che chiarisce per i comuni la possibilità di adottare delibere per l’abbattimento dei cinghiali sul territorio di competenza, così come previsto da un preciso dispositivo regionale in presenza di determinate condizioni: “A fronte - vi si legge - delle continue segnalazioni relative all’insistente presenza della fauna selvatica sul territorio del Suo comune e ravvisandone elementi di grave pericolosità anche per l’incolumità stessa dei cittadini (oltrechè per i continui danni subiti dalle imprese agricole), sono a chiederLe di valutare e adottare, così come previsto dal Dispositivo Regionale misure idonee ad effettuare l’abbattimento dei cinghiali/caprioli presenti nel comprensorio comunale da Lei amministrato”.

“Al perdurare del problema, fanno eco altre criticità” sottolinea Antonio Ferrari, vicepresidente della Coldiretti interprovinciale con delega alle problematiche per la fauna selvatica “a partire dall’insufficienza dei fondi stanziati dalla Regione per rifondere i danni provocati dagli animali: circa 600 mila euro per l’intero territorio regionale, a fronte di stime che si avvicinano a due milioni di euro di danneggiamenti dovuti alla fauna selvatica, dati con esclusione delle aree parco. E parlando di parchi, consideriamo che, nel solo territorio del Parco del Ticino, i danni nell’ultimo triennio hanno raggiunto i 450 mila euro, con una media superiore ai 150 mila euro l’anno: così non è davvero più possibile continuare”.
                                  
Conclude il direttore Ramella: “L’auspicio è che all’incontro di lunedì vi saranno numerosi sindaci: a loro, in primis, chiederemo di sostenere quell’agricoltura identitaria e fondante della storia dei loro territori, ribadendo l’appello per le delibere di abbattimento dei cinghiali: serve un atto di coraggio nell’interesse della cittadinanza, delle imprese agricole e dello sviluppo dell’intero sistema comprensoriale”.

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