26 Ottobre 2016
FAUNA SELVATICA

Ora i cinghiali arrivano anche in città. Era successo nelle scorse settimane a Torino, è accaduto sabato scorso a Novara, quando un gruppo di ungulati si è spinto fino in viale piazza d’Armi, a ridosso di una delle più trafficate arterie cittadine, viale Giulio Cesare.
“Purtroppo, la collettività si trova a toccare con mano un problema più volte sollevato ma non risolto, come l’evidenza dimostra: i cinghiali sono un problema e un pericolo per tutti, e non solo per l’agricoltura. Tra le prime cause di incidenti stradali sulle strade extraurbane, ora raggiungono persino la città, a poco più di un chilometro dal centro storico”. Lo evidenzia il presidente di Coldiretti di Novara-Vco Federico Boieri. Non solo: anche l’invasione delle cimici, oltre a colpire le coltivazioni agricole, l’altro ieri ha causato il primo incidente stradale; un insetto, infatti è finito nell’occhio di una signora alla guida di un’auto, che si è capottata alla periferia di Novara.

“Siamo con i cittadini che chiedono tutela della propria incolumità, gli stessi cittadini che, percorrendo soprattutto di notte le strade delle due province, rischiano di fare ‘brutti incontri’ trovandosi la carreggiata invasa da ungulati di oltre 100 chili di peso o altri selvatici, con conseguenze facilmente immaginabili nel caso di un incidente stradale. Ed è già successo più volte, purtroppo. Occorre fare attenzione e, nel caso di incidente con un animale selvatico, chiedere sempre l’intervento delle forze dell’ordine, onde verbalizzare correntemente l’accaduto: ciò anche per chiedere il risarcimento dei danni, quando possibile”.

Nel giro di dieci anni in Italia i cinghiali sono raddoppiati, superando il livello record di un milione di esemplari, mettendo a rischio non solo le produzioni made in Italy e l’assetto idrogeologico del territorio. Nel 2015 in Italia ci sono stati 18 morti e 145 feriti per incidenti stradali causati dagli animali.
I danni, ogni stagione, ammontano nelle nostre province a decine di migliaia di euro e i pagamenti della Regione accumulano ritardi di anni.
La situazione è chiaramente insostenibile, in quanto alle invasioni degli ungulati fa seguito la necessità di ripetute risemine o, addirittura, l’impossibilità di effettuare i raccolti. Nel caso di imprese zootecniche, poi, il problema si ripercuote a catena, aggiungendo danno al danno quando gli allevatori si trovano costretti ad acquistare esternamente – e a maggior prezzo – il mais o il fieno per l’alimentazione del bestiame.
La Coldiretti interprovinciale sottolinea come l’equilibrio naturale “non possa prescindere dal ruolo, importante e strategico, delle colture agricole e nemmeno può permettere che una specie, peraltro non autoctona, diventi insostenibilmente invasiva. Le imprese agricole sono fortemente preoccupate e, con loro, gli stessi cittadini, anche per i problemi di sicurezza legati alla presenza della fauna selvatica”.

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