NOVARA VCO (jf) – “A Novara si hanno pochi ricordi di un inverno simile e di una nevicata come quella di questi giorni. Forse dobbiamo risalire addirittura agli anni ’80 per avere un termine di paragone plausibile”.
Lo sottolinea il direttore di Coldiretti Novara Vco Diego Furia, a commento della nevicata di carattere straordinario che, oltre alle zone montane del Vco, grava dalle prime ore di questa mattina anche sulla pianura novarese e sulla città capoluogo.
La situazione è seria un po’ in tutta l’Italia centro-settentrionale. Coldiretti ha rilevato come le precipitazioni record cadute su tutta la penisola in questi giorni ed in queste settimane abbiano letteralmente “mandato in tilt le campagne” dove si sono verificati danni alle coltivazioni, sono saltate le possibilità di semina del grano e si registrano frane e smottamenti sul territorio.
E così in molte regioni è stato chiesto di avviare le procedure al fine di ottenere la dichiarazione di calamità naturale per l'agricoltura: in particolare, nelle aree del nord preoccupano gli effetti del gelo sulle colture orticole, mentre le imprese che operano colture in serre riscaldate (in particolare quelle floricole) sono costrette ad un’azione di controllo costante dei sistemi di riscaldamento per evitare seri danni alle loro coltivazioni. Dal punto di vista agricolo, la neve ed il freddo intenso di queste ore hanno inoltre comportato disagi per gli spostamenti e reso molto difficoltoso, se non impossibile, il lavoro di preparazione dei campi.
Nel territorio delle due Province, intanto, sono tornati in strada in queste ore i trattori e gli spandiconcime, mobilitati ovunque per tentare di mantenere sgombre le strade dalla neve: un’operazione complessa (dato che la neve continua a cadere in abbondanza) ma assolutamente decisiva per mantenere percorribili le arterie stradali ed evitare che interi paesi od aree rurali restino isolate.
“L’agricoltura – conclude il direttore Furia - si pone a sostegno della società civile e dell’intero sistema-territorio per tentare di arginare i disagi e offrire tutto il suo contributo con uomini e mezzi, operando anche in situazioni oggettivamente critiche.
Però c’è un altro ragionamento da fare, ovvero quello legato alla paradossale sovrabbondanza d’acqua di questi giorni che stride con il problema delle riserve idriche e del rischio siccità di cui troppo spesso si torna a dover parlare: in questi ultimi mesi, le precipitazioni cadute hanno riversato su tutto l’arco alpino e in pianura una straordinaria quantità d’acqua, utile sì a rifornire le falde ed i ghiacciai, ma in massima parte destinata a disperdersi per l’assenza di bacini dove poterla convogliare e custodire.
La presenza di invasi artificiali avrebbe consentito di poter disporre, in caso di necessità, di riserve idriche adeguate a “salvare” le colture agricole – e non solo – in tempi di siccità estiva. Ma su questo fronte c’è ancora davvero troppo da fare anche solo in termini programmatici”.
A sostegno di quanto sottolineato, vi sono anche i dati Isac-Cnr che hanno classificato lo scorso mese di dicembre come il più piovoso degli ultimi tempi, tanto da posizionarsi al sesto posto nella classica dei mesi di dicembre con più elevate precipitazioni rispetto agli ultimi due secoli.
2 Febbraio 2009
ECCEZIONALE NEVICATA NEL NOVARESE: TRATTORI IN STRADA, MA LA NEVE CADUTA RIFORNIRA’ SOLO IN PARTE LE RISERVE IDRICHE
