28 Giugno 2013
DELUSI DAL NULLA DI FATTO DOPO LA RIUNIONE IN PROVINCIA

È inaccettabile che, ancora una volta, la politica chiuda con un “nulla di fatto” l’ennesima, importante riunione che chiama tutti alla responsabilità di trovare una soluzione ai problemi della fauna selvatica. Spiace che il presidente della Provincia di Novara abbia lasciato i lavori anzitempo, prima della conclusione: forse, lui presente, le possibilità di successo sarebbero state maggiori”.
A sottolinearlo è la Coldiretti di Novara-Vco che, attraverso il vice presidente Antonio Ferrari commenta “con vivo rammarico” l’esito della riunione di questa mattina che, a Palazzo Natta, era chiamata a discutere il tema delicato e strategico dei danni provocati dagli animali selvatici.
Incontro che la stessa Coldiretti aveva sollecitato, ma con l’auspicio di svolgerlo in sede di tavolo verde.

La partenza anzitempo di Diego Sozzani (che ha in carico le deleghe all’agricoltura dopo le dimissioni di Marzio Liuni) non incontra l’appoggio di Anna Brustia, presidente dell’Ambito Territoriale Caccia Novara 1: “Il presidente intorno mezzogiorno ha lasciato il tavolo. Capisco che la politica abbia i suoi impegni, ma non si pensi che l’agricoltura – specie in questo periodo – ne abbia di meno. Anzi. Anche la sottoscritta è imprenditrice agricola, e ben comprende e vive i problemi e le ansie delle imprese che operano nel tessuto rurale novarese, in riferimento al ben noto problema dei selvatici”.
E dire che i presupposti per una soluzione sinergica c’erano eccome: “Sia io che il collega Cesare Rossino, presidente dell’Atc Novara 2, abbiamo sostenuto la necessità di attivarsi per riaprire i piani di contenimento e di dare mandato agli stessi Ambiti Territoriali Caccia di poterli gestire. Abbiamo il personale, volontario e qualificato, per poterlo fare, i cinghialai stessi hanno dato la massima disponibilità a collaborare. Ma, su questo punto, non c’è stata l’esauriente, attesa risposta da parte delle istituzioni”.
Il fatto che gli stessi piani siano giunti a scadenza “impone – prosegue Brustia – una riflessione su cosa si debba fare quando ci si trovi di fronte ad una situazione d’emergenza come l’attuale: un frangente in cui è prioritario ridurre al minimo gli impedimenti della burocrazia e impegnarsi per risolvere i problemi con il principio del fare”.
Concetto ribadito da Rossino: “Il problema a questo punto è burocratico: per parte nostra c’è la disponibilità ad agire a costo zero, ora è necessario muoversi affinchè ci sia consentito di poter operare: il consigliere e presidente della Commissione Agricoltura Andrea Molfetta, presente sino alla fine della riunione, sarà a Torino, con Sozzani, il prossimo 4 luglio per un’importante riunione al termine della quale ci attendiamo risposte efficaci”.

“Il problema prioritario è quello dei cinghiali, ma non solo” riprende il direttore Ramella. “Il territorio è alle prese, infatti, con altri selvatici come nutrie, corvi e piccioni: Coldiretti ha continuato a far sentire la propria voce, anche in maniera decisa. La politica finora non ha recepito a dovere. A questo punto, oltre ad attendere l’esito di un’ennesima riunione, altro non ci resta che appellarci al Prefetto, cui chiediamo un suo diretto intervento”.
Ancora il direttore Ramella giudica “interessante la proposta degli Atc in merito ad una gestione diretta dei piani di contenimento: ovviamente dovranno essere giustamente considerate le istanze della parte agricola, sono convinto che con un serio confronto si possano trovare le giuste soluzioni. Sempre che la burocrazia e la politica si mostrino sensibili al problema”.

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