6 Gennaio 2021
Dazi: salvo l’export di vino, ma occorre dialogo per il futuro.

Per il momento il vino Made in Piemonte e nelle nostre province è salvo nella “guerra dei dazi” Usa. “Gli Stati Uniti hanno graziato il vino italiano dai dazi aggiuntivi che saranno in vigore dal 12 gennaio 2021, concentrando la maggior parte delle tariffe aggiuntive su parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, vini e alcuni brandy francesi e tedeschi”, spiega Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara-Vco.

Si tratta di un nuovo capitolo della guerra commerciale che contrappone l’Unione Europea agli Stati Uniti, nella disputa sugli aiuti al settore aereonautico, che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche il Wto. A far scattare la nuova ritorsione sono state proprio le tariffe aggiuntive europee entrate in vigore il 10 novembre scorso sui prodotti Usa, dal 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane insieme a trattori, consolle e video giochi. Una misura autorizzata dal Wto dopo che gli Usa avevano deciso, dal 18 ottobre 2019, una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea, per iniziativa di Donald Trump.

L’Italia nel 2019 è stata il principale esportatore di vino negli Stati Uniti per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro, in leggero calo del 5%, quest’anno, per effetto della pandemia Covid. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi ai primi nove mesi dell’anno.

“Anche se per il momento il vino è salvo, per cui anche i produttori delle nostre province che esportano negli Usa possono per il momento tirare un sospiro di sollievo, i dazi aggiuntivi Usa attualmente colpiscono già le esportazioni agroalimentari Made in Italy, per un valore di circa mezzo miliardo di euro. Anche le nostre province ne sono state colpite, con il Gorgonzola, uno dei nostri prodotti-simbolo, colpito dai primi dazi. È necessario che questa guerra finisca al più presto: occorre avviare un dialogo costruttivo con il nuovo presidente Usa, Joe Biden, ed evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia”.

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