5 Giugno 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO, UNA STALLA DISTRUTTA IN OSSOLA E DANNI GRAVI ALL’AGRICOLTURA DOPO LE PIOGGE CHE HANNO COLPITO LE DUE PROVINCE

NOVARA VCO Una stalla semidistrutta, diverse capre morte e, soprattutto, tanta paura per la frana che lunedì scorso ha colpito un’azienda agricola associata a Coldiretti nel territorio del comune di Trasquera, presso la località Alpe Sola.
Danni gravi, cui va aggiunta l’impraticabilità del pascolo e lo sgombero immediato per motivi di sicurezza.
 
“Le anomalie climatiche toccano da vicino anche il nostro territorio e provocano danni gravi all’agricoltura” sottolinea da Novara il direttore della Coldiretti interprovinciale Diego Furia.
“Ci sono ritardi sulle semine, colture che rischiano di marcire nel campo. E ciò che fa più rabbia, è che ci troviamo con tanta di quell’acqua sufficiente a riempire gli invasi montani e ad assicurare tranquillità all’agricoltura per almeno un anno anche in caso di improvvisa siccità: il problema è che gli invasi montani non ci sono e che poco o nulla si è fatto per disciplinare e programmare la politica idrica del territorio.
Insomma, questa è tutta acqua che se ne va. Verso il Po, verso il mare. Troppa acqua che non fa bene – anzi, danneggia – la nostra agricoltura e che, per di più, finisce del tutto sprecata.
Tra pochi mesi, paradossalmente, potremmo trovarci di fronte al problema opposto, quello di una siccità già vista troppo spesso negli ultimi anni e che, come le piogge torrenziali, provoca danni irreparabili alle colture”.
 
Oltre alla frana che ha colpito la stalla ossolana, moltissime altre imprese sul territorio delle due province lamentano danni ingenti, che si ripercuotono a catena sulla filiera produttiva aggravando in particolare la situazione del settore zootecnico.
Emblematico è l’esempio del fieno: la mietitura del maggengo è saltata in montagna come in pianura e la cotica erbosa morta in campo rischia di danneggiare anche il secondo taglio, al quale normalmente ci si dovrebbe preparare di questi tempi.
Altrettanto seria è la situazione del mais, particolarmente nel territorio del medio novarese: diversi agricoltori hanno “perso” la prima semina, in quanto le piantine già spuntate sono marcite.
Chi ha riseminato, si è poi trovato da capo, con una seconda quota andata perduta e la necessità di effettuare una terza semina che, per di più, dovrà essere fatta almeno quindici giorni dopo la fine delle piogge.
Sono dunque evidenti anche le ricadute per le aziende zootecniche, molte delle quali si troveranno costrette ad acquistare esternamente – probabilmente a caro prezzo – il necessario per poter alimentare il bestiame.
 
In relazione ai gravi danni subiti dall’agricoltura piemontese, va registrata anche la richiesta che la Regione Piemonte ha inoltrato al ministero per le Politiche Agricole per ottenere una proroga dei termini per effettuare le operazioni di semina, fortemente compromessa per tutto il settore dei cereali.
 L’assessorato all’Agricoltura ha inoltre provveduto a svolgere sopralluoghi nelle aree più colpite per constatare i danni alle infrastrutture irrigue e ha richiesto al ministero un prelievo straordinario di fondi per permettere il ripristino urgente delle opere più seriamente danneggiate.

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