26 Marzo 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO, SUL CASO “MOZZARELLA DI BUFALA” SOLO CONFUSIONE E ALLARMISMI CHE RISCHIANO DI PROVOCARE GRAVI DANNI ALL’AGRICOLTURA

NOVARA VCO (jf) – “Notizie smentite nel giro di poche ore. Allarmismo, incertezze di mercato. E un clima che non fa bene né all’agricoltura né ai consumatori. Basta, non è più possibile continuare così”.
Le parole del presidente della Coldiretti di Novara e Vco Paolo Rovellotti sintetizzano lo status quo venutosi a creare dopo l’annunciato blocco delle importazioni di mozzarella di bufala da parte di Paesi come Corea del Nord, Giappone e Taiwan.
“E’ importante confermare quanto già ribadito da Coldiretti ad ogni livello: siamo di fronte ad un fatto emblematico dello stato di completa confusione con cui si sta affrontando una emergenza che sta portando a livello internazionale all’assunzione di restrizioni commerciali sproporzionate ed ingiustificate in assenza di prove concrete e nonostante le attività di controllo e certificazione sulla mozzarella di bufala campana”.
 
Una situazione che va dunque affrontata con responsabilità nei confronti degli allevatori e dei consumatori verso i quali occorre chiarezza per evitare di provocare un ingiustificato effetto valanga sulle vendite stimate già in calo fino al 60 per cento, a seconda delle zone. Le barriere commerciali nei confronti della mozzarella di bufala sono il primo effetto esplicito dei danni provocati a settori importanti dell’economia dai ritardi accumulati nell’affrontare l’emergenza rifiuti in Campania, alla quale vengono strumentalmente collegate.
 
“Lo ribadisco: l’agricoltura non è più disposta a fare da capro espiatorio per gli errori di altri, né a prestarsi in qualità di vittima sacrificale di sensazionalismi che rischiano solo di creare paura tra i consumatori: allarmismi che, già in passato, hanno messo in ginocchio interi settori come quello zootecnico od avicolo.
Negli ultimi giorni abbiamo dovuto lavorare alacremente per precisazioni che sarebbero dovute essere inutili: quelle sull’acqua del Ticino che non contamina i campi ne sono un esempio.
Le nostre imprese garantiscono trasparenza, genuinità e sicurezza alimentare. Chiedono in cambio solo di poter essere lasciate lavorare in pace, senza distorsioni di mercato che, alla lunga, rischiano unicamente di alimentare un circolo vizioso da cui trarrebbero vantaggio le importazioni dall’estero e la globalizzazione del nostro sistema agroalimentare.
Ricordate e ricordiamo che la sicurezza e la trasparenza sono sempre più sinonimo di “made in Italy” e di un corretto sistema di etichettatura e rintracciabilità delle materie prime di origine agricola”.
 
Da qui occorre partire anche per analizzare il caso emerso in Campania, ovvero per tutelare l’immagine di un prodotto destinato per il 16 per cento all’esportazione che offre opportunità di occupazione a 20 mila persone con una produzione annuale di circa 33 mila tonnellate.
 Un autentico simbolo del Made in Italy alimentare esportato soprattutto nei Paesi Europei ma che si sta estendendo anche al Giappone e ad altri Paesi extra europei a cominciare dalla Russia.  
Dal 12 giugno 1996, la Mozzarella di Bufala Campana  ha ottenuto il riconoscimento del marchio a Denominazione di Origine Protetta. Come quantità di produzione è al quarto posto tra i formaggi a denominazione di origine (DOP) nazionali ed è realizzata per circa il 90% in Campania, mentre il basso Lazio e la provincia di Foggia trasformano il 10%.

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