18 Luglio 2012
COLDIRETTI NOVARA VCO, SI RIPETE LA TRADIZIONE DELL’ALPEGGIO CON IL RITORNO DELLE MANDRIE AI PASCOLI MONTANI, DALL’ALTO NOVARESE SINO ALL’OSSOLA E ALLE CIME DI CONFINE

Le mandrie sono tornate in alpeggio. Anche quest’estate si è ormai completata la monticazione di mandrie e greggi, una pratica che affonda le proprie origini nella notte dei tempi e che è tutt’oggi mantenuta dai molti allevatori della provincia del Verbano Cusio Ossola e delle vicine colline del Vergante e del Cusio novarese: secondo le stime della Coldiretti interprovinciale, sono oltre 2000 i capi bovini impegnati nella transumanza nell’area compresa tra l’Alto Novarese e l’intera provincia azzurra, mentre gli ovini sono oltre 4100 e i caprini circa 3.300.

“E’ un’importante consuetudine legata alla zootecnia ed al settore lattiero caseario – dice il direttore di Coldiretti Novara Vco Gian Carlo Ramellache ha effetti molto positivi sul territorio montano, mantenuto in ordine e presidiato grazie alla presenza stessa degli imprenditori agricoli: è uno dei tanti segni della multifunzionalità delle nostre imprese, senza le quali ampie porzioni di territorio montano sarebbero, di fatto, lasciate all’abbandono”.
Molti dei rinomati formaggi prodotti fra le alture dei laghi d’Orta e Maggiore e le cime ossolane di confine con la Svizzera si devono proprio all’attività dell’alpeggio: uno fra i più noti è sicuramente il Bettelmatt, che si produce negli alpeggi dell’alta Valle Formazza a pochi chilometri dalla Confederazione Elvetica sulla via del Passo San Giacomo.
La salita all’alpeggio storicamente passava attraverso varie fasi che si identificano con pascoli e strutture poste a diversa altezza sulla stessa montagna. L’alpeggio ricomprende nelle nostre province sia le mandrie bovine che le greggi ovicaprine e interessa sul territorio un’ampia fascia che parte dall’Alpe Mottarone e, attraverso le cime di Valle Strona, Val Grande e Ossola, giunge sino ai confini con la Svizzera.
“Il valore aggiunto dell’alpeggio porta notevoli vantaggi agli animali da un punto di vista di benessere animale, e si riflette anche sulla qualità delle produzioni lattiero casearie ottenute”.
Inoltre, ne trae vantaggio anche l’attività fisica dell’animale, lo sviluppo della muscolatura, l’aumento dell’attività circolatoria, respiratoria e della capacità polmonare.
I formaggi prodotti in alpeggio hanno caratteristiche uniche: non a caso, alcuni di essi possono essere prodotti solamente nel periodo estivo con la salita in montagna delle mandrie.

Storicamente, proprio il mantenimento delle vie che portano agli alpeggi ossolani ha avuto grande importanza storica, sia per i collegamenti con la Svizzera e il Centro Europa (che avvenivano proprio grazie alle vie che collegano la valle Formazza con i passi del Gries e del San Giacomo, terra di Bettelmatt e Grasso d’Alpe), sia per l’economia domestica delle imprese a conduzione familiare, la cui vita era regolata dai ritmi e dalle esigenze dell’attività d’alpeggio.
Sulle Alpi, infatti, la produzione di latte e di formaggio ha sempre avuto un ruolo di primo piano sotto l’aspetto socio-economico (e lo ha ancora, nonostante le difficoltà del prezzo del latte): anticamente era d’uso dedicare addirittura una forma di formaggio ad ogni nuovo nato.
“La transumanza e la presenza in alpeggio degli animali - conclude Ramella – è poi fondamentale dal punto di vista turistico e paesaggistico e crea ogni anno, sulle nostre Alpi, uno scenario unico,  apprezzato e ricercato da un numero crescente di visitatori, con ottimi benefici socioeconomici per l’intero territorio”.

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