19 Ottobre 2009
COLDIRETTI NOVARA VCO, SCOPERTO IL “GORGONZOLA” PRODOTTO IN WISCONSIN: E’ TRA I “FALSI” CHE DANNEGGIANO L’IMMAGINE PRODUZIONI TERRITORIALI

NOVARA-VCO (jf) – Ci sono anche il “Risotto Tuscan” e il Gorgonzola “taroccato” prodotto in Wisconsin tra i “falsi” alimentari (e non chiamiamoli “d’autore”, per carità) scoperti da Coldiretti in giro per il mondo ed esposti al Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio.
 
Una vera galleria degli orrori che raccoglie oltre cento falsi alimentari d’autore dai formaggi ai salumi, dal caffè ai biscotti, dall’olio di oliva ai condimenti, dalla pasta ai vini.
E se tra i falsi scoperti troviamo anche due tra i prodotti di riferimento per il territorio, Gorgonzola americano e il fantomatico “Risotto Tuscan” prodotto in California, non c’è proprio da stare allegri.

Del resto, sono in ricca compagnia, dato che accanto a loro possiamo trovare il Chianti californiano e la Fontina svedese, oppure la Ricotta australiana, soppressata calabrese, salame toscano, asiago e pomodori San Marzano “spacciati” tutti prodotti all’estero e spacciati come italiani.
Una esposizione completa che ha l’obiettivo di fare luce sul “furto” perpetrato ai danni dei produttori agroalimentari italiani – compresi quanti operano a Novara e Vco - e rappresentato dal fenomeno crescente della pirateria agroalimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale: all’estero sono falsi tre prodotti alimentari di tipo  italiano su quattro con il mercato mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari Made in Italy che vale oltre 50 miliardi di euro.
 
In altre parole le esportazioni di prodotti agroalimentari made in Italy potrebbero quadruplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine. Il rischio reale è che si radichi nelle tavole internazionali un falso made in Italy che toglie spazio di mercato a quello autentico e banalizza le specialità nostrane frutto di tecniche, tradizioni e territori unici.
E’ il caso dei formaggi tipici dove il Parmesan è la punta dell’iceberg diffuso in tutto il mondo, ma c’è anche il Romano prodotto nell’Illinois con latte di mucca anziché di pecora, il Parma venduto in Spagna senza alcun rispetto delle regole del disciplinare del Parmigiano Reggiano o la Fontina svedese molto diverse da quella della Val d’Aosta, l’Asiago e il Gorgonzola statunitensi o il Cambozola tedesco.
               
“E’ una vera ecatombe” – commentano il presidente e il direttore di Coldiretti Novara e Vco Paolo Rovellotti e Francesco Renzoni. “Se non sussistesse il problema dei falsi, l’Italia potrebbe aumentare esponenzialmente i propri mercati, specie verso quei Paesi dove sono più diffuse le imitazioni, ovvero Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Qui, infatti dove  appena il 2% dei consumi di formaggio di tipo italiano sono soddisfatti con le importazioni di formaggi Made in Italy, mentre per il resto si tratta di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano con latte statunitense in Wisconsin, dove viene prodotto il falso Gorgonzola, New York o California. Ma a preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina dove il falso Made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita”.
 “Siamo di fronte a un inganno globale per i consumatori - ha rilevato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - che causa danni economici e di immagine alla produzione italiana e che sul piano internazionale va combattuto cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto ma è anche necessario fare chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari”.

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