22 Febbraio 2012
COLDIRETTI NOVARA VCO: PROBLEMA CINGHIALI, UNA STORIA INFINITA: A RISCHIO LE IMPRESE AGRICOLE, CHE ASPETTANO ANCORA IL PAGAMENTO DEI DANNI 2010

Torna d’attualità, delineando un quadro grave e preoccupante, il problema dei cinghiali nel territorio dell’Ovest Ticino.  A riproporlo stati sono gli stessi imprenditori agricoli nel corso della riunione sezionale convocata da Coldiretti a Oleggio per discutere i temi attuali e strategici della nostra agricoltura quali la Riforma Pac, il progetto economico della “Filiera Agricola tutta Italiana” e gli effetti sull’agricoltura contenenuti nel Decreto “Salva Italia” della Manovra Monti.

 

Una riunione molto partecipata, con la presenza di decine di imprenditori agricoli che hanno descritto una situazione molto critica, in particolare per il mancato pagamento dei danni che gli ungulati hanno provocato addirittura un anno e mezzo fa.

“Un ritardo inaccettabile che rischia di mettere in ginocchio decine di imprese agricole. Quelle stesse che, ad oggi, non hanno ancora visto una soluzione al problema cinghiali, che si ripete ciclicamente, e con sempre maggiore gravità, nel corso di ogni annata agricola”.

 

A farsi portavoce delle richieste degli imprenditori agricoli oleggesi è lo stesso direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella che annuncia “uno studio approfondito della situazione per poter difendere in ogni sede le giuste istanze di un’agricoltura incolpevolmente colpita da questo flagello”.

 

Lo scenario che gli agricoltori hanno alle spalle è quello di un’annata disastrosa sotto il profilo dei danni: il ripetersi delle invasioni ha costretto le imprese che coltivano mais a riseminare più volte e ad accontentarsi, a fine stagione, di raccolti in molti casi dimezzati.

Lo stesso discorso vale per i prati a fieno, trasformati in campi di battaglia dagli ungulati: le ripercussioni sono pesanti e toccano direttamente la filiera del latte (produzione principe del Medio Novarese) in quanto molte imprese, trovandosi scarsamente approvvigionate di fieno e cereali, rischiano di trovarsi costrette ad acquistare all’esterno quanto necessario per alimentare i propri capi”.

 

“Non intendiamo accusare i selecontrollori, che con i loro interventi notturni hanno prodotto qualche risultato positivo. Ma ormai la situazione cinghiali è insostenibile e l’agricoltura non può pagarne le conseguenze

Siamo però costretti a verificare che il problema non è stato risolto, e con il mancato pagamento dei danni alle imprese, al disagio si aggiunge ora anche la beffa”. 

 

Nell’immediato, Coldiretti chiede al Parco del Ticino e alla Provincia di farsi “portavoce, insieme a noi, della richiesta di pagamento danni alla Regione Piemonte, che ad oggi ancora non ha provveduto a farlo”.

Allo stesso tempo, l’organizzazione agricola si rende disponibile “a garantire la presenza di un proprio rappresentante ai tavoli tecnici che il Parco stesso vorrà predisporre per la gestione dell’emergenza, anche per essere portavoce tra gli agricoltori e lo stesso Ente. Ricordiamo che sono le nostre imprese i soggetti che conoscono e vivono più di chiunque altro entro i confini del Parco del Ticino, svolgendo parimenti un’importante azione di continuo presidio e tutela del territorio”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi