23 Marzo 2010
COLDIRETTI NOVARA VCO, PRIMAVERA IN RITARDO ANCHE NELLE DUE PROVINCE: DOPO LE PRECIPITAZIONI INVERNALI “SCONGIURATA” LA SICCITÀ?

NOVARA VCO (jf) – Primavera in ritardo in tutta Italia ed anche le province di Novara e del Vco non fanno eccezione: il ricordo  della neve è ancora recente ed anche il primo week-end di primavera non è stato salutato da belle giornate di sole.

A livello generale, la primavera arriva dopo un inverno che ha fatto segnare la seconda maggiore copertura nevosa mai registrata nell’emisfero nord (preceduta solo dal 1978) con effetti sui cicli della natura e sulle attività agricole anche nel resto d’Italia dove si registra un forte ritardo nel risveglio della natura per il polline nell’aria, i fiori nei prati, le gemme sugli alberi e alcune semine nelle campagne (senza grossi problemi, in questo senso, per le due province di Novara e Vco).
 
In Italia, per effetto della straordinaria caduta della pioggia e della neve, l’inverno che si è concluso si è classificato al secondo posto tra i più piovosi da trent'anni secondo i dati dell'Istituto di Scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna.

“Nelle due province la neve è caduta abbondante in pianura – osserva il direttore di Coldiretti Francesco Renzoni -  con gelate che hanno preoccupato non poco i floricoltori e che hanno causato qualche problema strutturale agli impianti, specialmente idrici, di diverse stalle imprese agricole, che in diversi casi non hanno retto a temperature scese fino a -15 gradi”.
 
Se le primule e le margherite sono spuntate nei prati a macchia di leopardo lungo tutto lo stivale, il ritardo nelle fioriture ha effetti anche sulla minor presenza di molti tipi di pollini nell’aria che provocano le allergie tipiche della stagione.
L’abbondante pioggia caduta durante il periodo invernale ha anche reso i terreni agricoli umidi ed inagibili ai trattori per le classiche lavorazioni primaverili di aratura e semina.
Ci si augura invece che possa essere scongiurato il rischio della siccità, almeno nella prima fase della prossima bella stagione, dopo la straordinaria caduta della pioggia e della neve che servono per ripristinare le scorte idriche nel terreno che le coltivazioni utilizzano per la crescita nel periodo primaverile ed invernale.
Dal punto di vista agronomico la caduta della neve è positiva come conferma l'antico proverbio contadino "sotto la neve pane": le precipitazioni devono avvenire in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con precipitazioni intense, rischiano di provocare danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.

Una situazione che si è purtroppo verificata spesso durante l’inverno durante il quale si è registrato un pesante bilancio di frane e smottamenti sul territorio nazionale dove sono ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.

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