24 Novembre 2011
COLDIRETTI NOVARA VCO, NUOVO DIRETTORE PER LA FEDERAZIONE INTERPROVINCIALE: GIAN CARLO RAMELLA, GIÀ AL LAVORO, ANNUNCIA I PROSSIMI OBIETTIVI

Arriva dalla Direzione Regionale di Coldiretti Friuli ma, per lui, è un ritorno nella terra d’origine: Gian Carlo Ramella, 49 anni, novarese, è il nuovo direttore della Coldiretti interprovinciale di Novara e Vco, quella stessa federazione dove nel 1982 aveva iniziato come tecnico e responsabile di zona una costante e prestigiosa carriera che lo avrebbe portato a ricoprire incarichi di assoluto rilievo.

Ramella è stato vice direttore a Novara e Vco dal 1986 al 1998, anno in cui, nominato direttore, lascerà il territorio per dirigere la Coldiretti di Treviso: sarà poi chiamato alla guida delle federazioni provinciali di Brescia, Parma ed Udine e della Federazione Regionale di Coldiretti Friuli.
                                
Accolto dal presidente Paolo Rovellotti “con l’entusiasmo di poter avere sul territorio una persona capace e dalla comprovata esperienza dirigenziale”, Ramella si è insediato nell’ufficio di via Ravizza a partire dalla scorsa settimana (15 novembre).

“Non nascondo di essere particolarmente onorato e felice per quello che è un ritorno nella mia terra d’origine” dice il nuovo direttore.
“L’impegno, da parte mia, sarà costante e con obiettivi precisi, a cominciare dal rapporto con le imprese e i soci, che deve essere costante: i soci devono trovare in Coldiretti un'organizzazione di rappresentanza pronta a costruire con i propri soci politiche sindacali e fornire attraverso il sistema delle Imprese Verdi i servizi efficienti ed efficaci alle giuste condizioni”.

Altrettanto importante, nelle intenzioni del direttore Ramella, sarà “proseguire ed accrescere il rapporto di concertazione con gli enti territoriali e le istituzioni chiamate anch’esse a dare alle imprese le dovute risposte alle legittime istanze, sempre derivate dal buon senso pratico di chi, ogni giorno, lavora duro per il bene comune”.

Le imprese agricole, dunque, sono concepite come nucleo e motore di un sistema che non coinvolge solo il settore primario, ma si allarga al futuro dell’intero Paese e dei territori che lo compongono: “E’ così. La centralità delle imprese agricole deve essere posta in primo piano in una politica di sviluppo in ogni sede: dalle nostre sezioni sul territorio fino all'Europa.
L'innovazione è, poi, un concetto importante che va considerato a 360°: innovazione nella tecnologia, nella produzione e nelle forme di rapporti con il mercato e con i consumatori, anche attraverso la realizzazione del progetto economico della “Filiera Agricola Tutta Italiana”.
Ricordo che i cambiamenti devono partire da noi: dalla promozione di uno sviluppo organizzativo, da un’ottimizzazione dei servizi e delle procedure, dalla capacità di fornire alle imprese tutte le condizioni utili e indispensabili per restare sul mercato”.

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