12 Gennaio 2012
COLDIRETTI NOVARA VCO, MARTEDI’ 17 FESTA DI SANT’ANTONIO ABATE IN TUTTI I BORGHI RURALI: “MOMENTO DI CONFRONTO E PROGRAMMAZIONE CON LE IMPRESE”

“La giornata di festa dedicata Sant’Antonio Abate (martedì 17 gennaio) è un momento centrale per l’agricoltura: una festa di tradizione, certo, ma anche e soprattutto l’occasione per tracciare un bilancio sull’annata agricola da poco conclusa ed intensificare il confronto con gli imprenditori agricoli per analizzare le tematiche più attuali e programmare il futuro”.
Le parole del direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella esprimono la forte volontà di trovare in questa ricorrenza “l’occasione giusta per ribadire la volontà di Coldiretti di essere vicino alle imprese, ma anche ad un territorio e alle sue tradizioni che restano tuttoggi inalterate: ciò, ovviamente, ribadendo l’azione sindacale a sostegno delle istanze di chi opera, da imprenditore, nel settore primario”.
Come sottolinea il direttore, “sarà l’occasione per affrontare con le nostre imprese i temi più attuali che interessano il comparto agricolo: dalla situazione di congiuntura per la zootecnia e il settore latte, alla situazione del mercato dei cereali e del riso, al caro carburante, alla nuova Pac che gli agricoltori vorrebbero “più vicina a chi fa dell’agricoltura il proprio lavoro e fonte di sostentamento”.
Coldiretti a confronto con i propri associati, dunque, “per discutere di quanto è stato fatto e di quanto si farà, a partire dalle problematiche che più interessano il territorio come elementi di specificità”.

I vertici, i dirigenti e i responsabili di Coldiretti Novara Vco vivranno la giornata di Sant’Antonio Abate a contatto con gli imprenditori agricoli, nelle molte ricorrenze in programma: la festa, infatti, è particolarmente sentita tutti i borghi rurali di Novara del e Vco, “la vera forza del nostro territorio”.
Gli appuntamenti sono molti in ogni angolo delle due province: particolari e intensi quelli a Momo, a Cameri, a Castelletto Ticino, a Oleggio, a Galliate, a Bellinzago, a Casaleggio, a Romentino e a Barengo.
Per gli agricoltori della città di Novara, invece, la giornata di festa sarà al Torrion Quartara: qui saranno presenti, fra gli altri, anche il direttore Ramella e il presidente della Federpensionati Coldiretti di Novara e Vco Emilio Simonelli. A Luzzogno (Valstrona), invece, la festa di Sant’Antonio Abate segue di una decina di giorni appena il “Ringraziamento della Montagna”, che ha visto una grande partecipazione di imprenditori agricoli.
E fra le molte celebrazioni va certamente ricordata anche quella che unisce le borgate di Monticello e Granozzo, nel cuore della “Bassa” novarese: i due borghi rurali (che insieme formano un unico Comune) sono infatti protagoniste, ormai da decenni, di una bella e sentita iniziativa che culmina nel rinnovo simbolico della loro unità con il trasporto della statua lignea di Sant’Antonio Abate, alternativamente ospitata dalle due chiese parrocchiali. Così, la statua lascerà quest’anno la chiesa di Granozzo per essere trasportata, nel lungo corteo dei mezzi agricoli a Monticello.

Sant’Antonio, patrono di agricoltori ed allevatori nacque a Coma nella lontana terra d’Egitto in tempi remoti (si pensa nell’anno 251), distribuì ai poveri la cospicua eredità paterna e intraprese una vita di riflessione come eremita: si dedicò poi al conforto dei sofferenti e dei cristiani perseguitati e aiutando Sant’Atanasio nella sconfitta dell’eresia ariana che, in quel tempo, si stava diffondendo nel primo mondo cristiano.
E’ proprio Sant’Atanasio che ne racconta l’opera nella “Vita Antonii” riferendo anche l’anno della sua morte, avvenuta nel  357 (secondo le fonti, sarebbe dunque ultracentenario) nelle lande desolate della Tebaide, dove si era ritirato dedicandosi alla cura del proprio piccolo orto.

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