7 Febbraio 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO, IN PIEMONTE SITUAZIONE INSOSTENIBILE, IMPORTANTE IL CONFRONTO DIRETTO CON LA PRESIDENZA REGIONALE

NOVARA VCO (jf) “La situazione dell’agricoltura piemontese assume i contorni di un forte chiaroscuro. Il contrasto è tra l’efficienza delle aziende agricole e l’immobilismo di un sistema burocratico che sembra non essere all’altezza di garantire serenità e continuità al normale ambito produttivo d’impresa”. 
Parole dure e concetti chiari per il Coldiretti interprovinciale di Novara e Vco Diego Furia che, a margine della richiesta avanzata dalla federazione piemontese di “un incontro urgente con la presidente della Regione Mercedes Bresso” (programmato per l’11 febbraio prossimo), sottolinea come “gli ambiti su cui sia necessario intervenire subito per evitare l’acuirsi di una crisi siano molti e complessi”.
 
Uno su tutti il comparto lattiero caseario, in ordine al quale va sottolineato come in Piemonte la materia prima franco stalla, ovvero il latte venga pagato al produttore con il prezzo più basso d’Italia, addirittura d’Europa, mentre si riscontra che il prezzo al consumo del latte fresco e dei prodotti trasformati è pari alle regioni del nord d’Italia: si tratta di una vera e propria speculazione alle spalle dei produttori e dei consumatori, che non può più essere tollerata, ed è per questo che Coldiretti Piemonte ha chiesto alle istituzioni, nella persona del Presidente della Regione, Mercedes Bresso, un autorevole e personale interessamento che auspichiamo possa iniziare con un incontro dove sia possibile illustrare al Presidente del Piemonte, nel dettaglio, il disagio in cui stanno vivendo migliaia di aziende zootecniche piemontesi.
 
Ma non è solo il fronte del latte a tener banco e a preoccupare il contesto agricolo sul territorio: “Ci troviamo di fronte ad un Psr approvato, sì, ma con tempi biblici e in ordine al quale poco o nulla si è fatto di concreto poiché, da parte della Regione, si stenta a predisporre il varo dei conseguenti bandi operativi.
Il risultato è quello di bloccare, di fatto, la programmazione di crescita per le imprese e il territorio, con problemi a catena per tutto il contesto agroalimentare e di pianificazione rurale”.
 
Altro problema è quello delle crisi per i settori suinicolo e cunicolo tema, questo, dell’ultima grande mobilitazione di domenica 3 febbraio a Torino, rimbalzata anche sulle frequenze di tutti i maggiori tg nazionali: le carni di maiale e di coniglio, considerate le cenerentole della filiera, sono pagate una miseria al produttore e poi vendute a peso d’oro al consumatore. Come già sottolineato dal presidente e dal  direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa “servono normative più rigide e controlli più severi per riuscire a capire dove va a finire il prodotto non controllato”.
 
Conclude il direttore Furia: “Fin qui i problemi più urgenti. Ma l’elenco potrebbe continuare in ordine a questioni altrettanto spinose, come i rischi connessi al cambiamento del clima, ai problemi legati ai danni da cinghiali ed altra fauna selvatica, alla necessità di giungere ad una pianificazione soddisfacente sul piano delle risorse idriche, alla tutela del made in Piemonte agroalimentare. Insomma, c’è da discutere e l’agricoltura ha necessità di farlo presto e di iniziare un percorso di confronto che non è davvero più possibile rimandare”.

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