NOVARA-VCO (jf) – Vietato speculare sul riso. Soprattutto dopo che anche la Fao, nel vertice in corso in questi giorni a Roma, ne ha ribadito il ruolo determinante nella lotta contro la fame nel mondo.
In questo senso, deve far riflettere la notizia sui continui ribassi del cereale, che anche sulle quotazioni del mercato italiano accusa una flessione del 30% circa contro un aumento “allo scaffale” del 6%.
Meno soldi alle imprese, dunque, a fronte di un prodotto più caro per i consumatori che lo acquistano nei tradizionali esercizi commerciali e di grande distribuzione.
“Sono dati, sono riflessioni che toccano da vicino anche il territorio delle nostre pianure, leader in Europa per la produzione di questo cereale e alle prese di una situazione di mercato tutt’altro che confortante” commentano il presidente e il direttore di Coldiretti Novara Vco Paolo Rovellotti e Francesco Renzoni.
“Questi dati sono la conferma delle pesanti distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola che hanno la maggiore responsabilità della fame e della povertà nei paesi ricchi ed in quelli meno sviluppati”.
L’analisi della Coldiretti è fondata sugli attendibili dati diffusi dall’Istat, ed è stata presentata proprio in occasione del Vertice mondiale per la sicurezza alimentare della Fao durante il quale il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon ha dichiarato che “oggi piu' di 17mila bambini moriranno di fame. Uno ogni cinque secondi. Sei milioni all'anno. Questo non e' piu' accettabile. Dobbiamo agire''.
Nonostante il forte calo dei prezzi alla produzione agricola che sono al minimo da venti anni, per le principali materie prime come latte e cereali, rimangono alti i prezzi al consumo nei paesi ricchi ed in quelli poveri. Se nei primi le distorsioni nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola rallentano la ripresa economica e mettono a rischio il futuro delle imprese agricole, nei secondi rendono ancora più difficile la sopravvivenza dell’oltre il miliardo di affamati, soprattutto tra i bambini. Lo dimostra il fatto che l'andamento dei prezzi al consumo in 58 Paesi in via di sviluppo ha evidenziato che nell'80% dei casi i prezzi sono più alti del 2008.
L'emergenza alimentare non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perchè questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e, con la chiusura delle imprese, destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive.
Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità locali contro l'omologazione che aumenta la dipendenza dall'estero.
“Come abbiamo avuto modo di ribadire a ottobre nel corso del nostro convegno su “Agricoltura contadina in Africa e in Europa”, ai sistemi rurali di tutto il mondo devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose e garantire trasparenza e informazione ai consumatori per valorizzare le realtà locali”.
Stop alle speculazioni sul cibo, difesa della qualità e della sicurezza alimentare, tutela dell'ambiente e lotta alla fame mondiale sono alcuni degli impegni richiesti alle istituzioni dagli agricoltori degli otto Paesi del G8 nel documento elaborato G8 Farmers Union Meeting organizzato dalla Coldiretti a Roma.
