7 Marzo 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO, FIORI E VALORI “DI TRADIZIONE” L’8 MARZO PER CELEBRARE LA FESTA DELLA DONNA

Riscoprire i valori autentici di una giornata importante, senza dimenticare ovviamente di augurare “buona festa” alle donne con il fiore più gradito e tradizionale: la mimosa.
Questo l’invito di Coldiretti in vista dell’8 marzo, giornata in cui i primi fiori di primavera fanno da contorno ad un momento di festa e di riflessione sul ruolo, sempre più determinante, che le donne hanno nella società.
“’L’8 marzo, come tutti sanno, è la data in cui, in varie parti del mondo, si celebra la Giornata della Donna” dice Cinzia Vallaro, responsabile provinciale e regionale di Coldiretti Donne Impresa.
“Una data importante, divenuta un simbolo di lot­ta per le donne, di rivendicazione della propria libertà e dei propri diritti. Lontane dall’atteggiamento a volte trasgres­sivo, che provoca le donne in questa giorna­ta, talvolta, ad invertire i ruoli, sono le donne delle nostre aziende, le donne dell’agricoltura.
I loro stili di vita apportano qualità alla vita sociale il loro lavoro svolto con grande pas­sione e spirito di abnegazione, consente di ridare speranza a chi crede che quello che es­se propongono: possa davvero essere il linguaggio del futuro, per la società e per la nostra economia”.
 
Da qui l’attualità e l’importanza di questa giornata. Che tutti amano, giustamente, festeggiare con l’offerta di un fiore tipico e caratteristico come la mimosa, è coltivata in Italia da circa duemila imprese su una superficie di quasi 600 ettari di terreno. Nonostante la crisi economica, gli italiani non sembrano intenzionati ad abbandonare questa positiva consuetudine, ed anche quest’anno saranno milioni i ramoscelli di mimosa regalate a mogli, mamme, nonne, fidanzate, zie, amiche, colleghe o compagne di scuola.
 
Per conservare le mimose più a lungo – è il consiglio di Coldiretti – è  preferibile tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno quindi collocati in piena luce e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la perdita di liquidi faccia seccare rapidamente il fiore.
Quella coltivata in Italia  è in realtà un'acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all'unica famiglia delle Leguminose.
Le varietà più diffuse sono la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa. Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20°C ) si ritraggono, ed è per questo particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico "mimus", dal latino attore mimico. La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano.
 
“L’offerta della mimosa è una tradizione che ha anche un importante valore ambientale - aggiunge il direttore della Coldiretti interprovinciale di Novara e Vco Diego Furia - perché sostiene una coltivazione realizzata sopratutto nei terrazzamenti altrimenti destinati al degrado e all'abbandono.
Oltre alla mimosa, però, invito tutti a regalare anche uno dei fiori non recisi tipici per eccellenza del nostro territorio, ovvero le acidofile: scegliere una pianta di camelia, di azalea o di rododendro per un dono speciale significa davvero “fare la differenza” e stupire, in particolare, la persona più amata”.

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