23 Novembre 2009
COLDIRETTI NOVARA VCO, “ESTREMA SODDISFAZIONE” PER IL VIA ALLA DOC “VALLI OSSOLANE” SANCITO DALLA PUBBLICAZIONE IN GAZZETTA UFFICIALE

“La denominazione di origine controllata dei vini “Valli Ossolane” è riconosciuta ed è approvato, nel testo annesso al presente decreto, il relativo disciplinare di produzione…”.
Inizia con queste parole il decreto del Ministero delle Politiche Agricoli, Alimentari Forestali che – emesso il 23 ottobre scorso  - annuncia il via libera alla Doc tanto attesa dai produttori del Vco, che sarà realtà concreta a partire dalla vendemmia 2010.
Doc che verrà ufficializzata, di lì a poco, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale n.263 (11 novembre 2009) del relativo disciplinare di produzione.
Come cita il documento, la denominazione di origine controllata “Valli Ossolane” è riservata ai vini “Valli Ossolane“ Rosso (per vini ottenuti con uve Nebbiolo, Croatina, Merlot per almeno il 60% da soli o congiuntamente; altri vitigni a bacca rossa, non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte, per un massimo del 40%), “Valli Ossolane” Nebbiolo (Nebbiolo 85%: possono concorrere altri vitigni a bacca nera, non aromatici, idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte, fino ad un massimo del 15%), “Valli Ossolane” Nebbiolo Superiore (idem, ndr) e “Valli Ossolane” Bianco (per vini ottenuti da vitigno Chardonnay per almeno il 60%; altri vitigni a bacca bianca non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Piemonte per un massimo del 40%).
La zona di produzione dei vini ricompresi nella Doc “Valli Ossolane” comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di Beura Cardezza, Bognanco, Crevoladossola, Crodo, Domodossola, Masera, Montecrestese, Montescheno, Pallanzeno, Piedimulera, Pieve Vergonte, Premosello, Ornavasso, Trontano, Viganella, Villadossola, Vogogna.

Le condizioni di coltura dei vigneti devono rispondere a precisi requisiti, tra cui: giacitura: esclusivamente collinare e montana con quota altimetrica compresa tra i 160 e i 1000 metri sul livello del mare (sono da escludere i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati); esposizione: versanti collinari e montani adatti ad assicurare una idonea maturazione delle uve; densità di impianto: quelle generalmente usate in funzione delle caratteristiche peculiari delle uve e del vino. I vigneti oggetto di reimpianto o nuovo impianto, dovranno essere composto da un numero di ceppi ad ettaro, calcolati sul sesto d’impianto, non inferiore a 3.300 nel caso di allevamenti a Guyot o Cordone speronato ed in numero non inferiore a 1.000 nel caso di alevamento a pergola.
Le forme di allevamento devono essere quelle tradizionali a pergola o a vegetazione asurgente a contro spalliera quali il Guyot e il cordone speronato basso. E’ vietata ogni pratica di forzatura.

L’adozione della Doc Valli Ossolane è accolta “con estrema soddisfazione” dai vertici di Coldiretti Novara Vco. Il presidente e il direttore Paolo Rovellotti e Francesco Renzoni sottolineano come si vada ad iniziare “una nuova era per la viticoltura del territorio, che raccoglie un testimone che, per l’Ossola, dura ormai da secoli”, mentre il responsabile di zona Coldiretti Domodossola Bruno Baccaglio si augura che con la nuova Doc “possano aprirsi nuovi ed importanti spazi per la viticoltura ossolana ed il mercato dei suoi vini, in grado di guidare una ripresa del settore primario importante e attesa anche in termini economici ed occupazionali”.

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