13 Ottobre 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO: CINGHIALI, E’ ALLARME NEL MEDIO ALTO NOVARESE, GLI UNGULATI DISTRUGGONO PRATI E CAMPI E INVADONO LE STRADE

NOVARA VCO (jf) – “Senza giri di parole, si tratta di allarme. Di una situazione insostenibile che perdura da tempo emette a rischio, oltre all’economia rurale delle nostre imprese agricole, anche la sicurezza dei cittadini”.
Non usa mezzi termini il direttore di Coldiretti Diego Furia per descrivere un quadro a dir poco preoccupante: nel medio-alto Novarese sono tornati i cinghiali, anzi in realtà non se ne sono mai andati nonostante gli annunciati provvedimenti da parte delle istituzioni.
 
Provvedimenti che chi si è visto il campo per più volte distrutto dagli ungulati non esita a definire come “del tutto inefficaci”. La situazione più grave si è registrata negli ultimi giorni sul territorio di Boca: il responsabile della zona di Borgomanero Aldo Isotta ha effettuato un sopralluogo nei giorni scorsi nell’azienda agricola di Roberto Terrini, trovandosi davanti ad una situazione assolutamente incredibile: prati erbosi da fieno che assomigliano a un campo di battaglia ed intere colture a mais letteralmente “arate” dagli ungulati che, dopo aver buttato a terra le piante di granturco, hanno preso a divorare le pannocchie provocando la perdita di interi raccolti.
“Più che le parole, parlano le immagini” dice Aldo Isotta. “Le abbiamo girate e sono a disposizione delle istituzioni e di coloro che intendono approfondire il problema. Il problema non riguarda solo l’azienda del signor Terrini, ma  quelle di un intero territorio che si vede invaso da questi animali”.
 
Soluzioni alternative? Ci sono i reticolati elettrici che in molti casi funzionano, ma non è certo pensabile elettrificare e recintare tutte le aree agricole. Sugli abbattimenti, il dibattito è aperto: non è mistero che gli imprenditori direttamente interessati dai danni li giudichino “assolutamente insufficienti” a risolvere il problema.
 
E così gli agricoltori chiedono maggior attenzione e interventi risolutivi da parte delle istituzioni. Ribadendo peraltro un concetto importante: “Il risarcimento dei danni è l’unica soluzione per evitare il collasso di numerose imprese. Ma non è ciò che in realtà vogliamo. Siamo agricoltori, e in quanto tali vogliamo che ci venga riconosciuto una volta per tutte il diritto a raccogliere quanto seminato: è una questione di principio e, allo stesso tempo, un segno di rispetto verso la società che non deve pagare una situazione determinata dalla negligenza di pochi. Perché negli anni il problema, anziché diminuire è aumentato? Perché ad oggi non è stata individuate e messa in pratica una soluzione efficace e definitiva al problema? Ecco, vorremmo che qualcuno rispondesse a queste due semplici domande”.
 
Quesiti fatti propri da Coldiretti che, attraverso il direttore Furia, esprime un’ulteriore preoccupazione: “Proprio lo scorso sabato, un nostro collaboratore ha rischiato di trovarsi coinvolto in un incidente stradale con un cinghiale sulla strada che da Gozzano porta a Vacciago di Ameno. Un grosso ungulato, all’improvviso, è sbucato fuori dal bosco e ha attraversato la strada in tutta tranquillità, non spaventandosi nemmeno alla vista dei fari dell’auto.
Per fortuna non è successo nulla grazie alla bassa velocità dell’auto. Ma incidenti anche gravi sono già successi e questo è intollerabile. Da parte nostra non abbasseremo la guardia: è ora che si dia un nuovo giro di vite per tentare una volta per tutte di affrontare e risolvere il problema in tutte le aree interessate, coinvolgendo tutte le istituzioni competenti in materia”.

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