7 Aprile 2008
COLDIRETTI NOVARA VCO, CALANO LE API SUL TERRITORIO, CHIESTO UN CONFRONTO PER AFFRONTARE IL PROBLEMA

NOVARA VCO (jf) Le api non tornano agli alveari con gravi ripercussioni sull’ambiente e nelle arnie si riduce drammaticamente la produzione di miele. Un fenomeno che sta crescendo in maniera esponenziale, interessando soprattutto la zona della Pianura Padana.
 
Coldiretti si è attivata in Piemonte sul territorio per individuare in maniera certa le ragioni di questo fatto: a livello regionale Piemonte ha chiesto e ottenuto dall’Assessore Regionale all’Agricoltura Mino Taricco un Tavolo di Lavoro e di confronto, mentre da Novara sono partite lettere alla Provincia, al Prefetto e al servizio veterinario Asl con la richiesta di costituzione di un costituzione di un “tavolo di monitoraggio” e l’impegno a studiare più a fondo il problema nel suo specifico “impatto territoriale”, in modo da prevedere le dovute contromisure.
 
«Siamo particolarmente soddisfatti per aver ottenuto dall’Assessore regionale il Tavolo di Lavoro, ciò che sta accadendo alle api va monitorato costantemente e nulla va lasciato la caso. Coldiretti Piemonte è determinata a confrontarsi e a trovare risposte. – affermano il presidente e il direttore della Coldiretti regionale del Piemonte Giorgio Ferrero e Bruno Rivarossa – Qualche dato? Basti pensare che sono 50 i miliardi di api presenti in Italia in oltre 1 milione di alveari; l’impollinazione delle colture in Italia ha un valore stimato in 2,5 miliardi di Euro all'anno per circa 14mila tonnellate grazie a 1.157.000 alveari, gestiti dai 7.500 apicoltori professionisti che hanno totalizzato un fatturato stimato in circa 25 milioni di euro.”
Difficile a questo punto non ripensare a quanto affermava Albert Einstein, “se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.
 
“La situazione sul territorio – aggiunge il direttore di Coldiretti Novara e Vco Diego Furia - ricalca una problematica comune a diverse aree del pianeta, oltreché della nazione, fatto che mette a rischio non solo la produzione di miele ma l’equilibrio naturale globale con effetti sulla salute ma anche sull’alimentazione, che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro di insetti, al quale proprio le api concorrono per l’80 per cento”.
 
Le api rappresentano una risorsa fondamentale, un prezioso equilibrio per la natura globale: infatti, prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e, colza dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti.
Le api, non bisogna dimenticarlo, sono utili anche per la produzione di carne con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme come l’erba medica ed il trifoglio fondamentali per i prati destinati agli animali da allevamento.
Anche la grande maggioranza delle colture orticole da seme si possono riprodurre grazie alle api come l’aglio, la carota, i cavoli e la cipolla.

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