Non sarà rinegoziato il regime di importazione di riso semigreggio dagli USA. A darne notizia, con una nota, è stato il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Il ministro Zaia ha sottolineato come, ancora una volta, grazie al lavoro delle delegazione italiana, si sia riusciti, “a difendere il riso italiano e il suo mercato: continueremo a batterci a difesa del nostro patrimonio agroalimentare e delle sue eccellenze”.
Qualora fosse passata la proposta di rinegoziazione (ovvero di ottenere uno specifico mandato dal Consiglio), avanzata e sostenuta soprattutto dalla Gran Bretagna, avrebbe portato ad un regime tariffario più favorevole rispetto a quello oggi vigente e che prevede, per il riso semigreggio, un dazio consolidato di 65 euro/ton e, in base all’andamento delle importazioni, dazi ridotti fino a 42,5 o 30 euro/ton.
Grazie al blocco di minoranza costituitosi a seguito dell’iniziativa italiana, il Comitato Speciale Agricoltura, organismo preposto alla preparazione del Consiglio dei Ministri, ha negato il mandato e bloccato la proposta. Che, dunque, ritorna al mittente.
L’iniziativa italiana vede il commento favorevole di Coldiretti Novara Vco, che sottolinea “l’importanza di difendere e promuovere le peculiarità uniche al mondo che distinguono il riso italiano e novarese: un prodotto che cresce in condizioni climatiche e qualitative altrove irripetibili”.
Il direttore Diego Furia ricorda come già lo scorso settembre il ministro Zaia abbia positivamente “difeso la nostra produzione nazionale, scongiurando il pericolo che il riso fosse definito “prodotto tropicale”, cosa che avrebbe agevolato le importazioni. Ancora, lo stesso ministro era stato presente sul nostro territorio per dare il via alle operazioni di raccolta nel corso dell’ultima campagna: ora dobbiamo continuare a crescere, a promuovere il nostro prodotto nazionale e a porre le basi perché una rinnovata “cultura del riso” possa incrementarne il consumo anche nelle abitudini dell’alimentazione quotidiana degli italiani”.
Come si evince dai dati diffusi di recente dal Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) l’Italia, con 224.000 ettari coltivati, si conferma leader in Europa e la superficie a riso rappresenta il 3% della superficie nazionale a seminativi.
Con oltre 491 milioni di euro la coltivazione del riso rappresenta nel 2007 l’11% del valore della produzione cerealicola nazionale (+ 39% nell’ultimo biennio).
La campagna 2008-2009 si è aperta con una superficie in flessione per circa 8.350 ettari (dati a livello nazionale) e con uno spostamento significativo verso la produzione di risi di tipo Indica e la riduzione di tutti gli altri tipi di riso. Il Piemonte è leader nazionale con quasi 120.000 ettari coltivati a riso: tale superficie rappresenta il 20% della superficie ragionale a seminativi (a livello nazionale è il 3%).
In provincia di Novara si coltivano 33.000 ettari a riso, che corrispondono al 29% della superficie risicola piemontese e al 56% della superficie provinciale a seminativi. Nell’ultimo biennio, il valore produttivo del riso regionale ha registrato un +41%, in linea con la crescita su scala nazionale per l’andamento dei prezzi.
In Piemonte operano 2.360 aziende agricole risicole (Censimento Istat) di cui 675 (29% totale regionale) nella provincia di Novara.
18 Marzo 2009
COLDIRETTI NOVARA VCO, BENE LO “STOP” IN SEDE EUROPEA AL PROGETTO DI RINEGOZIARE IL REGIME DI IMPORTAZIONE DEL RISO SEMIGREGGIO DAGLI USA
