NOVARA VCO (jf) – Via libera per il vino novello prodotto nelle Colline Novaresi che, come ogni anno, si propone sul mercato come primo vino della “nuova vendemmia” trascorsa - come legge impone – la mezzanotte del 5 novembre. Il rispetto dei termini è garantito anche dai controlli serrati per evitare vendite anticipate.
Per il territorio si tratta di una produzione in crescita (il Piemonte quest’anno segna un incoraggiante +2%, unica regione ad aumentare i quantitativi insieme ad Emilia Romagna e Abruzzo) che incontra il favore delle nuove generazioni e che si ispira all’esempio francese della regione del Beaujolais.
La produzione italiana è caratterizzata sopratutto da novelli monovitigno con l'utilizzazione di un'ampia gamma di vitigni autoctoni anche se quelli più utilizzati sono nell'ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Montepulciano e Barbera.
I produttori di vino Novello in Italia sono circa 250, con una produzione stimata dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali in 9,2 milioni di bottiglie (ovvero 68,5 mila ettolitri, pari allo 0,15% della produzione nazionale di uva da vino).
Il fatturato nazionale previsto è pari a circa 42,3 milioni di euro, con una quota del 12% della produzione destinata all’esportazione, mentre il 40% del Novello viene consumato nella regione di produzione.
Ancora numeri: il 61% delle bottiglie di Novello si produce nel Nord Italia, il 20% al Centro e il 19% al Sud e nelle Isole. Il Novello italiano può essere prodotto usando qualsiasi tipo di uva (preferibilmente rossa).
Come detto, anche diversi produttori vinicoli dell’area delle Colline Novaresi hanno da tempo introdotto la produzione del novello riscuotendo un buon successo tra il pubblico: come stabilito dal disciplinare di produzione, i vini a denominazione di origine controllata "Colline Novaresi" possono infatti essere elaborati nella tipologia "novello", nel rispetto delle vigenti disposizioni nazionali e comunitarie in materia.
“I vini novelli prodotti nel nostro comprensorio – anticipa il direttore interprovinciale di Coldiretti Francesco Renzoni – trovano di norma interessanti spazi di mercato in agriturismi, ristoranti, vinerie, wine-bar, oltrrechè in serate a tema dedicate.
Il "vino da bere giovane" è nato negli anni '50 in Francia nella regione Beaujolais e le sue caratteristiche sono determinate dal metodo di vinificazione utilizzato che è stato messo a punto dal ricercatore francese Flanzy ed è fondato sulla macerazione carbonica. Leggero, con bassa gradazione (11 gradi) e bouquet aromatico, il novello viene consumato soprattutto dal pubblico dei più giovani.
L’abbinamento ideale dei nostri novelli è con i prodotti autunnali e tipici, dalle caldarroste ai prodotti tipici del territorio come salumi, verdure in pinzimonio, Gorgonzola e più in generale formaggi piccanti a pasta molle”.
Una curiosità, che pure è un dato di mercato: la produzione Made in Italy arriva con ben due settimane di anticipo rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre (il 19). Un vantaggio del Made in Italy, per il momento solo temporale, che non intacca il primato della Francia, anche se i cugini transalpini hanno già dovuto subire nel 2009 il sorpasso storico della produzione italiana di spumante sullo champagne.
