“Se questo Paese vuole trovare un futuro per la propria economia e per i giovani deve puntare sulle proprie esclusività: territorio, cibo, arte e cultura”.
Un orgoglio rurale che può rendere le nostre province di Novara e Vco, con il loro ampio paniere di produzioni agricole, tra le forze motrici di un contesto economico rinnovato, in cui l'economia reale tornerà ad essere una chiave di volta.
D'altronde Sergio Marini, incontrando ieri (martedì 20 dicembre) a Torino gli oltre 1000 fra dirigenti e soci di Coldiretti Piemonte presenti al teatro Carignano, non usa mezze misure e parla con chiarezza della situazione economica del Paese e delle prospettive per il futuro.
Un futuro in cui giocano carte importanti i progetti attivati da Coldiretti Piemonte per attuare il progetto della Filiera Agricola Tutta Italiana: iniziative in cui il Novarese e il Vco giocano un ruolo strategico, come testimoniano il Progetto Riso (con l'esempio dei nuovi “accordi di filiera” che supereranno il principio della mediazione) e l'adesione della zootecnia novarese al progetto Inalpi che ha introdotto l'indicizzazione del prezzo del latte.

“Basta con questa economia fatta di finanza e di carta” ha detto Marini. “Noi facciamo parte del Paese reale e in quanto forza sociale siamo pronti alle sfide. La politica è in crisi perché si è deresponsabilizzata. Mancano decisioni politiche che guardino avanti e oltre l’emergenza economica. Coldiretti si sta muovendo con la logica del senso di responsabilità. Rispetto alla recente manovra del Governo avremmo anche potuto scendere in piazza. Non lo abbiamo fatto nell’interesse dell’intera società italiana perché crediamo che questo Paese avrà un futuro solo se tutti concorrono ai sacrifici”.

Un momento di incontro, dunque, per fare il punto sulla realizzazione della Filiera Agricola Tutta Italiana in Piemonte. Di qui la presentazione dei progetti di filiera nel settore del latte, delle nocciole, dell’ortofrutta e delle carni bovine, suini e avicunicole, richiamati dall’introduzione svolta dal presidente Paolo Rovellotti e dalla presentazione di un documento filmato da parte del direttore Bruno Rivarossa.
Presenti in sala gli industriali che hanno sottoscritto gli accordi di filiera tramite Coldiretti, oltre agli imprenditori agricoli giunti da ogni angolo del Piemonte: molto numerosa la delegazione di Novara e del Vco, arrivata di buon mattino nel centro di Torino con il direttore Gian Carlo Ramella.

Rispetto alla nuova PAC, ancora il presidente Marini: “Sul piano delle risorse l’unica strada che abbiamo è quella di lavorare con l’Europa”. Di qui le modifiche richieste da Coldiretti alla Commissione Europea: non tagliare finanziamenti al nostro Paese. Considerata la scarsa dotazione finanziaria si propone una PAC ai professionali evitando di concedere le integrazioni al reddito ai proprietari terrieri che vivono di altre professioni. E sia ben chiaro che il nostro non è neocorporativismo, bensì la tutela della vera agricoltura e dei veri imprenditori agricoli”.

Relativamente alla manovra del Governo, Marini ha evidenziato che questa è parziale perché colpisce indifferentemente con l’IMU sia le attività produttive che quegli investimenti effettuati in agricoltura da non agricoltori.
“Occorre introdurre - ha ribadito Marini – il concetto che l’imprenditore agricolo professionale deve pagare meno di coloro che hanno effettuato investimenti su terre e strutture agricole sottraendole di fatto a coloro che realmente lavorano e vivono di agricoltura”.
Di qui l’invito del presidente ai Comuni di ridurre per quanto di loro competenza, l’imposta sui fabbricati rurali che sono parte integrante del sistema produttivo agricolo.

“Sull’Irpef – ha dichiarato Marini – non siamo disposti a cedere rispetto all’inquadramento fiscale attuale. Questo deve essere collegato al reddito agrario in modo da tutelare l’agricoltore professionale”.

Infine Marini si è soffermato sull’altra piaga che colpisce il sistema produttivo del nostro Paese: la burocrazia che contribuisce ad aumentare i costi ed a soffocare le imprese.
“Servono urgenti provvedimenti di semplificazione così come è indispensabile smantellare i meccanismi imposti dalle sovrastrutture. Il decreto per lo sviluppo deve prendere in seria considerazione questi aspetti. Inoltre occorre porre fine a false promozioni del made in Italy nel mondo come sta avvenendo con il SIMEST. Coldiretti non può più accettare che a fronte dei trenta miliardi di vera produzione agroalimentare made in italy ve ne siano 75 di finto”.

Da evidenziare inoltre il grande successo dell’evento dal titolo “Coldiretti La Nostra Storia per l’Italia” svoltasi lunedì sera presso il Teatro Gobetti con il concerto lirico dell’orchestra sinfonica Carlo Coccia del Teatro Stabile di Novara alla presenza della soprano Olga Romanko e del tenore Pietro Ballo a ricordo del fondatore di Coldiretti Paolo Bonomi a cento anni dalla nascita avvenuta a Romentino, alle porte della città di Novara.