“Nelle province di Novara e Vco, dove la zootecnia, rappresenta un’importante boccata di ossigeno per le nostre aziende, la moratoria sui debiti degli allevatori italiani rappresenta una boccata d’ossigeno importantissima per il futuro del settore”: così Fedeico Boieri e Maria Lucia Benedetti, presidente e direttore della Coldiretti interprovinciale, commentano la firma dell’accordo fra ABI e Mipaaf - avvenuta ieri – che sigla la moratoria di 30 mesi dei debiti bancari degli allevatori italiani.
“E’ un impatto positivo e molto significativo: la zootecnia da latte e da carne continua ad avere un ruolo strategico per il nostro territorio: non dimentichiamo i formaggi fortemente identitari delle nostre province, in primis il Gorgonzola Dop. La moratoria avrà un forte indotto anche in termini occupazionali: un accordo che fa bene non solo all’agricoltura, bensì a un intero territorio e al lavoro che esso genera”.
L'accordo prevede la sospensione dei pagamenti dei mutui, attraverso le misure del Fondo latte per la ristrutturazione dei debiti degli allevatori del Ministero e l'Accordo per il Credito 2015. Il protocollo prevede anche che le banche aderenti possano offrire condizioni migliorative rispetto a quelle previste dall'intesa Mipaaf-Abi. Le imprese che non accedono ai benefici del Fondo Latte, anche appartenenti ad altri comparti del settore agroalimentare, possono comunque ottenere la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo, secondo quanto previsto dall'Accordo per il Credito 2015 o alle condizioni migliorative che sono in via di definizione da parte del Ministero con le singole banche.
Se con il venir meno degli accordi sul latte il settore rischia ora di essere in balia delle inique offerte dell’industria, la situazione dei prezzi in campagna sta assumendo toni drammatici.
Per gli allevamenti le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) sono scese al di sotto della linea di 1,20 centesimi al chilo che non copre neanche i costi della razione alimentare cosi come i bovini da carne che sono pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa.
“E’ importante che la moratoria sia accompagnata dall’impegno sul piano comunitario per ottenere subito l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta per i derivati da carne e latte come ha chiesto ora anche la Francia” conclude Boieri nel sottolineare la necessità di “impedire che salumi e formaggi ottenuti con carne e latte stranieri siano spacciati per italiani con grave danno per i consumatori e gli allevatori”.
Secondo uno studio dell’organizzazione agricola, due prosciutti su tre venduti come italiani sono provenienti da maiali allevati all'estero, ma anche tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro che sono stranieri senza indicazione in etichetta, come pure la metà delle mozzarelle.
