25 Febbraio 2014
ANIMALI SELVATICI

“Speriamo sia la volta buona”. Questo il primo commento della Coldiretti interprovinciale a seguito dell’incontro che oggi in Prefettura a Novara ha messo a confronto il mondo agricolo con le istituzioni e gli Ambiti Territoriali Caccia sul complesso tema dell’invasione della fauna selvatica e dei danni provocati alle colture agricole.
Dall’incontro è emerso l’impegno ad affrontare il problema con un’ottica nuova, aumentando considerevolmente il numero degli interventi e monitorandone i risultati.
“Dopo le delusioni passate, vanno invece prese con cautela le rassicurazioni della Regione, pure attese, sui termini di pagamento dei danni, sia relativi a quelli del 2010 in area Parco (i fondi sono finalmente arrivati in Provincia), sia quelli per gli anni successivi nelle aree fuori Parco (entro aprile dovrebbero arrivare i risarcimenti per il 2012 ed erogato un anticipo in riferimento a quelli per il 2013)”.
Questi, dunque, i punti chiave della riunione convocata questa mattina in Prefettura a Novara, presente fra gli altri il prefetto Castaldo e i rappresentanti del Settore Agricoltura della Regione Piemonte, della Provincia di Novara, del Corpo Forestale, del Parco del Ticino e del Parco del Fenera, oltre agli Ambiti Territoriali Caccia (l’Atc2 era rappresentato dal presidente Rossino, non c’era il presidente dell’Atc1 Brustia). Coldiretti era rappresentata all’incontro dal vicepresidente anziano Antonio Ferrari e dal vicepresidente Federico Boieri: con loro anche alcuni imprenditori agricoli associati (Paolo Annichini, presidente della sezione di Maggiora, Igino Zinna, rappresentante dell’agricoltura nell’Atc2 e Nicola Botta).

“Primo obiettivo dell’incontro – spiega Boieri - era creare una sinergia d’azione tra tutte le figure istituzionali interessate dal problema, in modo da avere un interlocutore unico: il Prefetto ha voluto riunire tutti al tavolo per proporre una soluzione sinergica, e siamo contenti del fatto che vi sia stato un netto richiamo agli Atc per intensificare le azioni di contenimento. E gli strumenti ci sono: la Provincia, sollecitata dall’agricoltura, ha approvato un ulteriore corso per aumentare il numero dei selecontrollori e stabilito un’attuazione dei piani di controllo.
Si è convenuto con gli Atc di formare squadre di pronto intervento in grado di attivare un’azione immediata, ed è confermata la possibilità di organizzare ‘girate’ senza limitazione di periodo e condizioni atmosferiche”.
Altro discorso “è capire che strategie utilizzare dato che il controllo è stato totalmente inefficace. E la presenza dei cinghiali va eradicata dal territorio” aggiunge Ferrari. “Per creare  uno strumento che funzioni bisogna però essere accorti nel denunciare sempre i danni e creare sinergie con chi effettua le girate o tutte le altre tipologie di caccia possibili ed autorizzate”.
Anche Zinna commenta l’incontro come “parzialmente proficuo, in quanto si è ribadito il formale incarico. Inoltre, un arco temporale definito e di breve periodo, dovranno essere dati oggettivi sul numero degli abbattimenti.
Non dimentichiamo che tra poco inizieranno le semine: è importante che i risultati ci siano, altrimenti si dovrà chiarire il perché. E, di certo, i numeri relativi allo scorso anno, che parlano di soli 150 abbattimenti su 450 uscite effettuate, non può davvero soddisfare nessuno”.

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