7 Gennaio 2016
TERRITORIO

“Le prossime ore saranno decisive per la designazione della nuova Dirigenza del Parco del Ticino e del Lago Maggiore: in particolare, dalla riunione di questa sera potrà emergere il nuovo consiglio di amministrazione, oltre a un’indicazione di convergenza sulle figure candidate alla presidenza, la cui nomina spetterà in ogni caso alla Regione. Coldiretti lancia un appello a tutti i sindaci del territorio coinvolti (e, in particolare, ai 19 dei comuni storicamente compresi nell'area del Parco Ticino e del Lago Maggiore) affinchè l’occasione rappresenti un necessario segno di rinnovata attenzione al settore primario e, in particolare, all’attività d’impresa che le aziende agricole operanti in area parco svolgono quotidianamente anche per un interesse generale di governo e mantenimento del territorio”.

Lo sottolinea la giunta esecutiva della Coldiretti interprovinciale di Novara Vco, che questa mattina ha approfondito a Borgomanero i tanti argomenti che riguardano, appunto, il governo del territorio in area parco.
“Sono emerse dalla discussione le gravi mancanze presenti nel piano di gestione e controllo demografico del cinghiale  predisposto  per il quinquennio 2016/2020. Un piano che non rivolge nessuna attenzione all’attività agricola, come abbiamo già avuto modo di far rilevare lo scorso mese di dicembre con una lettera ai vertici del Parco e direttamente all'assessore regionale ai Parchi Alberto Valmaggia in occasione della sua presenza a Villa Pichetta il 17 dicembre scorso. Pur tra le sue gravi mancanze, il piano proposto riconosce che la specie cinghiale (Sus scrofa) ‘è storicamente assente all’interno delle aree protette in gestione all’Ente’ e, anzi le prime presenze accertate nell’area parco della Valle del Ticino risalgono alla fine degli anni Novanta con incremento della popolazione a partire dal 2000. E qui incongruenza è lampante, dato che non si parla di eradicazione di specie non autoctona, bensì di mera 'gestione' della stessa”.

Da allora, rileva Coldiretti, “l’inefficacia degli interventi di contenimento e gestione della specie hanno determinato un proliferare incontrollato, con conseguenti danni che hanno raggiunto negli ultimi anni proporzioni insostenibili. L’espansione incontrollata della specie cinghiale ha preso letteralmente il sopravvento e ha provocato profondi squilibri all’ecosistema a scapito di altre categorie di animali. Il proliferare di animali selvatici come i cinghiali che stanno invadendo campi coltivati, centri abitati e strade genera una situazione di pericolo. I cinghiali, i particolare, distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali e, in province vicine alla nostra, hanno già aggredito persone”.

L’attuale piano, secondo la Coldiretti interprovinciale, non dispone azioni efficaci: “E' riscontrata e rilevata un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di chi fa agricoltura e che da essa vi trae il proprio reddito: nella stesura del Piano, che si fregia di valorizzare le produzioni agricole con marchi di tutela, infatti, si omette la minuziosa descrizione delle coltivazioni agricole e della loro entità quanto a superficie utilizzata: come fa un’area riconosciuta ‘Riserva della Biosfera’ MAB a non parlare di ‘numeri dell’agricoltura’ nella stesura di un documento così importante? Nell'auspicio di un veloce cambio di rotta, si constata che anche il sindaco di Castelletto Ticino, nonché presidente della Provincia di Novara, pur avendo ancora lo strumento del Tavolo Verde provinciale, non ha avuto modo di confrontarsi con le parti agricole e coordinare con esse le azioni utili a salvaguardare realmente la storia di un territorio, l'economia agricola e le prospettive di sviluppo rispetto ai danni della fauna selvatica”.

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