22 Gennaio 2016
TERRITORIO

“L’agricoltura novarese ha avuto e ha un ruolo importante nel percorso che porterà alla nascita della Città della Salute di Novara, dell’argomento se ne parla ormai da anni. Secolarmente, il rapporto tra l’Ospedale Maggiore di Novara e la terra rurale è inscindibile, anche e soprattutto per le molte cascine e terreni che la stessa Azienda Ospedaliera ha avuto in donazione nei secoli e affitta tuttora alle imprese agricole. Viene detto che la loro alienazione contribuirà a sostenere i costi per la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero: ciò che riteniamo prioritario e che abbiamo dichiarato da sempre alla politica regionale è la necessità di mantenere, preservare e vincolare la natura agricola dei terreni stessi ed evitare ogni forma di speculazione sui terreni e sui fabbricati. E’ da prendere di esempio l’intesa raggiunta negli scorsi anni con l’Ordine Mauriziano”.
Lo sottolinea il presidente della Coldiretti interprovinciale di Novara-Vco Federico Boieri, nel rimarcare pubblicamente, come più volte ribadito anche ai rappresentanti della politica regionale, “la necessità di preservare e tutelare l’operatività delle imprese agricole” anche di fronte alla realizzazione di quello che sarà il più importante cantiere pubblico degli ultimi 100 anni in città.

Le norme contenute nell’intesa con l’Ordine Mauriziano prevedevano, fra l’altro, di ‘mantenere la destinazione d’uso agricola e finalizzare gli interventi prioritariamente al recupero degli edifici dismessi o sotto utilizzati esistenti’, nonché ‘garantire il mantenimento della trama agricola costituita dal sistema irriguo, dal sistema dei pozzi, delle sorgenti e dalla viabilità minore e dalle formazioni lineari”; ancora, conservare ‘il sistema insediativo storico salvaguardando il rapporto tra organismi edilizi e altri elementi strutturanti morfologicamente il territorio” (ad esempio, recinzioni storiche e alberature diffuse), nonché ‘tutelare storicamente appartenenti’, da individuare ‘come beni aventi valore storico documentario da salvaguardare’ e, ancora, ‘incentivare la formazione di appositi corridoi ecologici, nel caso in cui tali aree si trovino in prossimità di zone periurbane ai margini degli insediamenti esistenti’.

“L’attenzione dei più oggi è concentrata unicamente sulla cessione dei fondi condotti dalle imprese agricole: poco o nulla invece si è dibattuto sull’enorme potenziale che potrà derivare dalla cessione e riconversione delle strutture dell’attuale ospedale, collocate in pieno centro città  su una superficie amplissima, che vale un intero rione”.

L’Ospedale Maggiore di Novara è legato alla storia della città di Novara dai tempi più remoti, ovvero dalla fondazione che si fa risalire addirittura a poco dopo il Mille nell’allora sobborgo di borgo Sant’Agabio. Inizialmente era un ente di beneficenza, cui si affiancò l’attività di cura dei malati intorno al 1200. L’attuale collocazione nel centro cittadino risale al 1600, con la realizzazione dell’edificio progettato dall’architetto Soliva, cui seguirono ampliamenti e realizzazione di nuove strutture, ai cui lavori di progettazione intervenì nell’Ottocento anche l’architetto ghemmese Antonelli. La realizzazione della nuova Città della Salute porterà dunque l’attuale Ospedale Maggiore a cambiare la propria collocazione dopo quasi 400 anni.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi