“Il futuro della viticoltura nel Novarese e nel Vco passa anche attraverso un’attenta valutazione di ciò che le imprese hanno bisogno: per questo Coldiretti Novara Vco ha attivato da tempo, grazie in particolare alla professionalità del responsabile Carlo Todeschino, uno specifico servizio volto al supporto delle imprese vitivinicole e, ora, sostiene con forza la richiesta delle imprese, sostenuta da Coldiretti Piemonte, per una maggior semplificazione burocratica del settore. Di questo si è voluto parlare direttamente agli imprenditori vitivinicoli piemontesi, presenti in oltre 200 ieri a Torino, insieme al nostro staff tecnico vitivinicolo, in occasione del convegno su “Semplificazione vitivinicola – Nuova prospettiva di sviluppo”. Lo sottolinea Gian Carlo Ramella, direttore della Coldiretti interprovinciale: “La viticoltura nelle province di Novara e Vco è un segmento strategico: il nostro è un territorio vocato alla viticoltura ormai da millenni, e oggi conta produzioni di punta quali la Docg Ghemme e le doc Boca, Fara, Sizzano, Colline Novaresi e, per l’area dell’ossola, il Valli Ossolane : per questo parlare di semplificazione significa cogliere le aspettative e le richieste delle imprese che oggi operano nel settore”.
“Ciò che chiedono i produttori novaresi, che Coldiretti rappresenta in larga maggioranza, è pienamente condiviso dall’organizzazione: ovvero dimezzare il tempo perso dalle imprese con la burocrazia; semplificare ciò che è utile in termini di miglioramento del processo produttivo e sotto il profilo della qualità, sicurezza e riconoscibilità dei prodotti; eliminare ciò che non serve a nulla, è ripetitivo ed, a volte, intollerabile. Stiamo lavorando per l’abbattimento e l’armonizzazione del numero di adempimenti nelle pratiche vitivinicole”.
“Dall’impianto del vigneto alla vendita della bottiglia si contano oltre 70 attività burocratiche nei confronti di ben 20 soggetti diversi che, molto spesso, non comunicano tra loro. Oltre 1000 norme di settore per un totale di 4000 pagine tra direttive, regolamenti, leggi, decreti, circolari, delibere nazionali e regionali. Tutto questo incide in media per 100 giornate all’anno pari ad oltre il 20% del tempo di lavoro dell’impresa vitivinicola”, ha affermato Domenico Bosco responsabile dell’Ufficio vitivinicolo della Confederazione nazionale Coldiretti, per far notare quanto il settore sia strozzato da una macchina burocratica insostenibile.
Le proposte per andare verso una risoluzione del problema, confluite in un Testo Unico in discussione al Parlamento ed alla cui stesura Coldiretti ha dato un sostanziale contributo, vanno dall’adozione di un sistema informatico unico alla non duplicazione delle attività di controllo sui vigneti ed in cantina, dalla revisione del sistema di certificazione e controllo con l’introduzione dell’analisi dei rischi alla revisione ed al coordinamento del sistema sanzionatorio, oltre alla creazione di uno sportello unico per l’export del vino.
Ad aiutare il settore, dal 1 gennaio 2016, arriveranno i registri di cantina informatizzati in ambiente Sian ed i documenti di accompagnamento informatizzati. “Altre novità vanno dalle comunicazioni verso la pubblica amministrazione e le strutture di controllo informatizzati ed automatizzati alla revisione e semplificazione delle dichiarazioni vitivinicole, senza dimenticare il superamento dei vincoli doganali e delle accise che impediscono la vendita diretta di vino all’interno dell’UE.
