27 Luglio 2015
VASSALLI

E’ stato cantore dell’agricoltura, delle terre d’acqua e di riso e di una storia saldamente ancorata alle radici contadine della Bassa novarese, dove viveva: con la morte di Sebastiano Vassalli, “il mondo rurale novarese perde certamente il suo autore di più alto profilo, colui che è stato capace di far conoscere al mondo ciò che era la risicoltura a partire  dal XVI e il XVII secolo”. Così il direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella a proposito della scomparsa di Vassalli, candidato al premio Nobel per la letteratura.

Genovese di nascita, Vassalli si trasferì a Novara sin da piccolo, con la famiglia, e tuttora abitava nella canonica ristrutturata di Marangana “in quel territorio che in molti dei suoi racconti assume i caratteri di una forte e magnifica quinta di scena, con le sue pianure, i suoi tramonti e le Alpi all’orizzonte” commenta Ilario Pieropan, presidente di sezione. “Ma quel territorio diventa esso stesso protagonista, come ne ‘La Chimera’, il romanzo che gli ha dato notorietà internazionale, anche con la vittoria del Premio Strega e il Selezione Campiello: proprio nella ‘Chimera’ ricorre il filo conduttore della campagna, degli spazi infiniti delle terre del riso, del vivere in un borgo rurale di quattrocento anni fa e, anche, della sofferenza e della durezza del lavoro nei campi” .

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