5 Ottobre 2015
PRODOTTI TIPICI

Protagonisti sulle pagine di storia e nei luoghi dove si è scritta la storia.
A distanza di pochi giorni, due vicende – lontane nel tempo e nelle circostanze – portano alla ribalta la grande epopea vissuta, nei secoli, dal riso e dal Gorgonzola “e ci responsabilizzano nel mantenere viva e autentica una tradizione di qualità che ha saputo stupire il mondo” come rimarca il direttore della Coldiretti interprovinciale Gian Carlo Ramella.

Riso e Gorgonzola. Due prodotti identitari che, ormai da millenni, legano il proprio nome alla pianura irrigua lombardo-piemontese e, i particolare, alla città di Novara: il riso che il vescovo e biografo di San Carlo Borromeo, Carlo Bascapè ‘racconta’ in pieno Seicento, soffermandosi sulle difficoltà del vivere, allora, nelle terre dove si coltivava riso. Lo si faceva già da diversi secoli, anche se sulle origini dell’introduzione della risicoltura in pianura padana ancora gli storici si dividono, data la scarsità di fonti scritte. Dati interessanti, che emergono grazie alla lectio magistralis tenuta dal vescovo di Novara e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Franco Giulio Brambilla in occasione del cinquecentenario della morte del Bascapè.
“Quell’ambiente, descritto come malsano, è oggi un ambiente unico, dove la biodiversità e la qualità della vita sono uno dei punti di forza” sottolinea il presidente della Coldiretti interprovinciale Federico Boieri.

Dal riso al Gorgonzola, con un salto di secoli: il formaggio da sempre prodotto nella pianura novarese (e appartenente alla famiglia degli ‘erborinati’, la cui tecnica di caseificazione era già nota al popolo dei Celti) compare infatti nel menu del ristorante di prima classe del Titanic, appena battuto all’asta per oltre 120 mila dollari: si tratta dell’unico formaggio italiano contemplato dal menu, a conferma che già nei primi anni del Novecento (l’affondamento della RMS Titanic è dell’aprile 1912) il più celebre formaggio erborinato italiano accendeva lo slancio gourmet dei migliori palati europei: mentre nella pianura lombardo-piemontese continuava ad essere alimento per tutti i ceti sociali (dai banchetti della nobilità alla ‘pausa pranzo’ quotidiana di contadini e operai), all’estero andava letteralmente ‘a ruba’ nei salotti dell’alta società, soprattutto nella ‘Londra bene’.
Non è mistero, infatti, che interi treni carichi di Gorgonzola partivano ogni settimana, dal ‘Boschetto’ di Novara alla volta delle terre d’Oltremanica.

“Al riso si lega la tradizione del risotto, che oggi è conosciuto in tutto il mondo ma che troppo spesso – e non solo all’estero, purtroppo - è preparato con riso di cui si ignora la provenienza” conclude Ramella. “Al tempo stesso, il Gorgonzola soffre la piaga del cosiddetto ‘italian sounding’ e, nel mondo, circolano moltissime imitazioni che nulla hanno a che vedere con questo grande formaggio. La storia ci insegna a tramandare una tradizione di qualità e, soprattutto, un’identità che lega questi due prodotti al territorio del Novarese. Si parte sempre dalle radici per costruire il futuro: storia e leggenda debbono camminare insieme a un presente fatto di conoscenza e a un avvenire fatto di promozione, strategie condivise, nuovi mercati da conoscere e consumatori da appassionare”.

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